La Fonte dell'Eremita si trova a Capracotta in contrada Macchia ed è ubicata 135 metri a sud di quella originale, detta del Romito, presso la quale fu rinvenuta la "prima" Tavola Osca, testimonianza delle più antiche genti della zona: i Sanniti.
Che sia di recente costruzione - così come la Fonte del Duca, posta nello stesso territorio - lo si nota dalla presenza del lavatoio con tanto di piano inclinato scanalato, utilizzato per lavare e sciacquare i panni.
La Tavola Osca, chiamata impropriamente per quasi un secolo Tabula Agnonensis, si trova al terzo piano del British Museum di Londra, nella galleria G69. Risalente presumibilmente al III secolo a.C., essa è una lamina di bronzo dello spessore medio di circa 4 mm. e, per rendere l'idea dimensionale, è simile a un foglio A4 (210x297 mm.), dato che presenta una base di 165 mm. circa, un'altezza di 279.5 mm. e un peso di 2.332 g.
Questo importantissimo reperto fu rinvenuto nel 1848 dal contadino Pietro Tisone durante i lavori di aratura in una località agreste detta Fonte del Romito, in un podere che allora apparteneva a Giangregorio Falconi di Capracotta.
Mario Longo di Agnone, socio e collaboratore del Centro Studi Alto Molise "Luigi Gamberale", ha avuto il grande merito di aver fatto pervenire ad Agnone nel 1992, grazie ai suoi contatti col direttore del British Museum di Londra, la "seconda" Tavola Osca, ossia una copia dell'originale di cui facilmente si nota la realizzazione di laboratorio.
Nell'agosto del 2015 venne presentata a Palazzo Bonanni di Agnone la "terza" Tavola Osca, rintracciata presso i discendenti della famiglia di Vincenzo Paolo D'Onofrio, l'orafo agnonese che nel 1863 aveva venduto l'esemplare all'antiquario Castellani di Roma, il quale a sua volta la cedette al British Museum nel 1873.
Sono stati chiamati degli esperti a confutare o confermare la versione secondo cui l'orafo agnonese avrebbe venduto a Roma una copia (eseguita nel suo laboratorio), trattenendo per sé l'originale, il che ha dato vita al dubbio amletico su quale sia la Tavola autentica, un'incertezza che persiste tuttora.
Un primo controllo e un preciso confronto potrebbe essere fatto con una speciale strumento, lo spettrometro a fluorescenza di raggi X (XRF) X-MET8000, che in una manciata di secondi riesce a restituire sullo schermo la composizione chimica appoggiando la pistola sulla superficie del manufatto metallico.
Chissà che con una stampante 3D e utilizzando una misteriosa e imprecisata miscela di polvere metallica, Capracotta possa un giorno entrare in possesso della "quarta e unica" Tavola Osca, magari di origine aliena!
Filippo Di Tella