«Ed ora, la Fonte di Carminantonio. Chi sa dire dov'è o dov'era? Seguiamo il gioco dell'immaginazione. Carminantonio forse un giorno, mentre vangava nel suo campo, ebbe la gradita sorpresa di vedere affiorare dal terreno una polla d'acqua. Pieno di entusiasmo, scavò, cercò le altre vene acquifere, le convogliò verso la polla principale, fece una conca e vi applicò una cannella: era nata la sua fonte, la Fonte di Carminantonio».
Questo scrisse il maestro Domenico D'Andrea, ignaro di dove fosse localizzata questa ennesima fonte del territorio capracottese. Il suo quasi coetaneo Gregorio Giuliano, però, nel compilare un elenco dei toponimi del quadrante sud di Capracotta, la inserì tra la Fonte Nascosta e la Fonte della Staccia, motivo per cui si può ragionevolmente affermare che la Fonte di Carminantonio sia quella che alcuni chiamano oggi Fonte di Monte Civetta.
Pasqualino Di Vito mi informa che nei primi anni '90, nel realizzare la segnaletica della mulattiera, ampliata e modificata in alcuni tratti, che, dalla strada provinciale, circumnaviga la montagna, su iniziativa del compianto Giovanni Di Nucci, si costruì l'esistente manufatto. Alle operazioni parteciparono, oltre a lui, Aldo Casciero, Donato Di Tella, Vincenzo Di Tella e Mario Fiadino. Prima di quel restauro, infatti, la fonte era un semplice corso d'acqua a pelo libero che si gettava in un piccolo bacino di raccolta.
Oggi è difficile dire chi potesse essere il Carminantonio che, per primo, ha dato il nome a quella sorgente, ma è bene ricordare il suo nome affinché non si perda la memoria di questa freschissima fonte.
Francesco Mendozzi
Bibliografia di riferimento:
D. D'Andrea, Storie capracottesi d'altri tempi, D'Andrea, Lainate 1995;
F. Di Tella, L'oro blu di Capracotta. 100 miniere attive ed esaurite, Capracotta 2021;
G. Giuliano, Appunti di storia di Capracotta, dattiloscritto, Capracotta 1970;
F. Mendozzi, Guida alla letteratura capracottese, vol. I, Youcanprint, Tricase 2016.