A lato dell'anello di monte della pista di sci di fondo, al di sotto della Selletta, è possibile imbattersi in una bellissima fonte d'acqua sorgiva, dotata persino di una comoda panchina in legno per riposare le membra dopo l'attività sportiva - estiva od invernale che sia - e per godersi appieno la vista della croce di vetta sul Monte Campo.
Quella è la Fonte Carovilli, presente sulle mappe topografiche almeno sin dal 1852, ed il suo nome non c'entra niente con l'omonimo bel paesello altomolisano. Quello, infatti, deve il nome al signore di Calvello, un barone normanno che nel basso Medioevo tenne quel castello e che, per mezzo di un rotacismo, ha causato la corruzione lessicale da Calvello a Carovilli.
Nel caso della nostra fonte, invece, non vi sono legami apparenti né col signore di Calvello né, tantomeno, col paese di Carovilli, per cui il suo nome è probabilmente legato ad una storia antica, quella dell'epica terza guerra sannitica. Nel 293 a.C., infatti, i due consoli Lucio Papirio Cursore e Spurio Carvilio Massimo, con una mossa a tenaglia, decisero di spezzare le ultime resistenze sannitiche, stringendole ad est da Aquilonia e ad ovest da Cominium.
Nel decimo libro dell'"Ab Urbe condita" Tito Livio afferma che «volendo Papirio far avvisato Carvilio a Cominio degli andamenti de' nemici, gli mandò da Aquilonia un corriero il quale consumò il giorno all'andare, e la notte a ritornare». Con una buona dose di approssimazione, allora, si può pensare che quel messo abbia dovuto attraversare a cavallo il nostro territorio, vicinissimo ad Aquilonia - sia che questa fosse Agnone sia che fosse Pietrabbondante - per raggiungere Cominium (che forse è Alvito o S. Donato Val di Comino, in provincia di Frosinone).
Lo storico dell'antichità dice infatti che «l'altro accampamento romano era distante venti miglia [...] e Carvilio era più attento ad Aquilonia, dove il pericolo era maggiore». Chissà se il messaggero romano si fermò - all'andata od al ritorno - sui Montetti di Carovilli per guardar meglio la direzione da prendere e per rifocillare il cavallo alle nostre sorgenti, lasciando per sempre il nome del console Carvilio, colui a cui doveva recapitare la proposta di far guerra a Cominio contemporaneamente con Papirio ad Aquilonia, impresso nell'idro-orografia capracottese.
Sta di fatto che l'attuale manufatto della Fonte Carovilli consta di una vasca ricavata da un tronco di faggio in cui si riversa, tramite una lunga cannella in acciaio, l'acqua sorgiva. Al di sopra di tutto ciò vi era, fino a pochi anni fa, anche una statuina in gesso della Madonna, vandalizzata da qualche imbecille e per tale motivo non rimpiazzata dagli ultimi volontari che se ne sono presi cura: Vincenzo Di Ianni, Celeste ed Ennio Di Nucci, Giovannantonio e Giuseppe Monaco.
Francesco Mendozzi
Bibliografia di riferimento:
G. V. Ciarlanti, Memorie istoriche del Sannio, libro I, Nuzzi, Campobasso 1823;
F. Di Tella, L'oro blu di Capracotta. 100 miniere attive ed esaurite, Capracotta 2021;
C. Dotto de' Dauli, L'Italia dai primordii all'evo antico, libro I, Tip. Democratica, Forlì 1879;
G. Fiocca, Carovilli: per lumi sparsi, Marinelli, Isernia 1985;
T. Livio, La storia romana, vol. I, trad. di L. Mabil, Antonelli, Venezia 1841;
F. Mendozzi, Guida alla letteratura capracottese, vol. I, Youcanprint, Tricase 2016;
L. Pompili Olivieri, Annali di Roma, dalla sua fondazione sino a' dì nostri, libro II, Perego e Salvioni, Roma 1836.