«Sei proprio tu, Fonte Fredda, col tuo pilone per l'abbeverata. Intorno ti crescono giunchi ed erbacce. Che movimento di mandriani, di pastori, di armenti, di gente dei campi c'era da te! Che pace, che solitudine oggi», scriveva il maestro Domenico D'Andrea nel suo testo sulle sorgive di campagna.
Questa fonte, che sulle mappe troviamo spesso scritta nella forma «Fontefredda», era in passato molto più piccola di quanto non appaia oggi, protetta com'è da una casetta in cemento armato recintata da una rete metallica. Tuttavia, è ancora possibile intravedere l'originario arco in pietra sotto il quale, nel dopoguerra, era posto un bancale in legno al di sopra di una pila in cui traboccava l'acqua sorgiva.
La Fonte Fredda, con una portata media annua di 0,17 l/s, è una delle tre fonti che riempiono il serbatoio comunale di Capracotta ma è stata protagonista di una vera e propria svolta nella storia idrica del nostro paese, poiché la conduttura che dirigeva le sue acque nell’abitato migliorò grandemente l'atavico problema di approvvigionamento idrico. Il prof. Senofonte Squinabol, infatti, agli albori del Novecento, sosteneva che «i guasti alle tubature hanno corrotto l'acqua con agenti patogeni che lasciano che il tifo domini la cittadina. Inoltre, la quantità di acqua scaricata da queste sorgenti è troppo piccola, soprattutto nella stagione secca. Questi pericoli potrebbero essere evitati utilizzando l'acqua della Fonte Fredda, di cui ho già parlato, che è sempre molto abbondante; ovviamente ci sarebbe da rifare completamente la tubatura e ripulire le sorgenti odierne qualora si volesse continuare a utilizzarle».
Seppur tardi, il consiglio di Squinabol venne ascoltato dagli amministratori cittadini e, a partire dal 1935, anno in cui fu inaugurato il sistema di pompaggio dal Verrino, anche la Fonte Fredda venne intubata e collegata alla conduttura cittadina. A tal fine, il falegname-fotografo Nicola D'Andrea scrisse anche una poesiola, intitolata "Da mezzo secolo", che recitava così: «Salute al Sindaco, / che il suo dovere / l'ha dimostrato / senza temere / nessun ostacolo / nei suoi confronti. / Vinse quell'ordine: / acqua alle fonti!».
La Fonte Fredda, il cui nome è probabilmente legato alle basse temperature della sua sorgente, è situata sull'antica mulattiera che collegava Capracotta con Agnone, all'altezza delle cosiddette Macerie. Nei suoi pressi avvenne una delle tragedie che più sconvolsero l'opinione pubblica (non solo locale) del tempo, allorché il 3 dicembre 1931 gli anziani coniugi Sebastiano Di Luozzo e Sinforosa Casciato, di ritorno dalle masserie di Agnone, vi morirono assiderati.
Francesco Mendozzi
Bibliografia di riferimento:
D. D'Andrea, Storie capracottesi d'altri tempi, D'Andrea, Lainate 1995;
N. D'Andrea, Le poesie di Nicola D'Andrea, Il Richiamo, Milano 1971;
F. Di Tella, L'oro blu di Capracotta. 100 miniere attive ed esaurite, Capracotta 2021;
F. Mendozzi, Guida alla letteratura capracottese, vol I, Youcanprint, Tricase 2016;
S. Squinabol, Une excursion à Capracotta en Molise: observations de géographie physique sur un territoire mal affermi, in «La Géographie», VIII:1, Société de Géographie, Paris, 15 luglio 1903.