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Fonti e sorgenti di Capracotta: il Lago Spadone


Lago Spadone
Elaborazione grafica del Lago Spadone su foto di F. Beniamino.

Lo scorso 1° novembre, nel quadro delle nuove escursioni esplorative targate "Letteratura Capracottese", siamo andati alla ricerca dell'antico Lago Spadone. Trattasi di uno specchio d'acqua di cui i nostri vecchi parlavano ma di cui pochi - se non nessuno - conoscevano l'esatta posizione. Questo si spiega col fatto che il lago, da almeno mezzo secolo, non esiste più. La sua scomparsa è riconducibile alla rottura di un argine di valle o, più probabilmente, ad un movimento franoso che ha cambiato la morfologia del terreno, facendo sì che l'acqua penetrasse nel sottosuolo o si disperdesse nelle adiacenti campagne.

La prima mappa utilizzata dal sottoscritto per tentare di individuare la posizione dello Spadone è il "Disegno del Feudo di S. Nicola di Valle Sorda in pertinenze di Capracotta donato nell'anno 1040 da Gualtiero Figlio di Borrelli al Monastero di S. Pietro Avellana circa tommola 1.000", una bellissima cartografia realizzata nel 1769 dal regio agrimensore Agatangelo Della Croce. In quella mappa, infatti, si notano due laghetti (quello di sud meno esteso di quello di nord) al di sotto dello Jaccio delle Fonticelle, nel punto in cui tuttora vi è il Lago di Mingaccio, conosciuto in passato anche come Lago di Vallesorda. La mappa del Della Croce è forse la responsabile del malinteso secondo cui il piccolo lago meridionale fosse lo Spadone. A ben vedere, infatti, nelle vicinanze del Mingaccio si forma ogni anno uno specchio d'acqua più piccolo, che persiste anche nella prima estate, scomparendo soltanto nei mesi di agosto e settembre.


Agatangelo Della Croce
I due stagni sulla mappa di Agatangelo della Croce del 1769.

I due «stagni di acqua, in cui vi è la pesca della tencha», segnalati sulla mappa del 1769, dunque, potrebbero essere davvero il Lago di Mingaccio e quello che, per comodità di esposizione, chiameremo Lago di Malcorpo, giacché nasce nei pressi dell'omonima sorgente, ossia lo stagno stagionale di cui parlavo poc'anzi.

A dar forza alla mappa settecentesca vi era la convizione di chi credeva che lo Spadone si trovasse a valle del Mingaccio, al di sotto di Colle Rosso, dove effettivamente, fino agli anni '70 del XX secolo, vi era un altro specchio d'acqua, che fu arbitrariamente prosciugato per allargare le coltivazioni. Detto stagno, però, era nato una ventina d'anni prima, cioè quando venne realizzato il troppo pieno della Fonte della Spogna, la maggiore sorgente idrica delle nostre contrade di campagna che getta le acque in eccesso in un vallone a monte del torrente Verrino.


Lago Spadone
Il Lago Spadone sulla pianta topografica del 1812.

Allora, quella che più di tutte poteva aiutarmi a far luce sull'oscura storia del Lago Spadone era una volta ancora la "Pianta degli ex Feudi di Monteforte, Paduli, ed Ospidale, di proprietà della Duchessa di Capracotta, fatta da ordine di S. E. il Sig. D. Biase Zurli, Intendente di Molise, e Commissario del Re, in quest'Anno 1812", una cartografia tante volte menzionata per la dovizia di informazioni che contiene sul territorio capracottese. In questa mappa, dicevo, il Lago Spadone è segnalato alle estreme propaggini del territorio capracottese, al confine con quello agnonese, nell'ex feudo dei Paduli, al di sotto di Monteforte. L'indicazione del 1812, insomma, contraddice in toto l'ipotesi che lo Spadone fosse nelle vicinanze del Mingaccio, un'indicazione che è confermata nei fogli catastali del 1951, sui quali, pur non esistendo più il lago, viene comunque riportata la sua dicitura.


Catasto Capracotta
Il Lago Spadone sui fogli catastali del 1951.

L'escursione esplorativa, insomma, mi ha convinto che la probabile posizione del Lago Spadone fosse proprio a ridosso del confine tra Capracotta ed Agnone, in una natura che, a vederla oggi, suggerisce fortemente la reminiscenza di una un ambiente lacustre. Pur non avendo individuato concretamente il lago, ho tentato di elaborare graficamente un possibile scenario in grado di mostrare come potrebbe apparire se fosse rimasto nel suo alveo (foto di copertina).

Per quanto riguarda più specificatamente il nome, invece, azzardo un paio di ipotesi: o potrebbe riferirsi alla forma allungata, a spada, delle sue coste, oppure potrebbe risalire al latino spado, che significa "eunuco", a sua volta derivante dal greco spào (strappo). A ben vedere, anche questo secondo significato, rimanderebbe allora ad una forma allungata, sia essa una spada od un pene.


Escursioni Capracotta
Il gruppo esplorativo del 1° novembre 2024.

Francesco Mendozzi

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