Quando si nomina la Terra Vecchia eccediamo non solo nella toponomastica e nell'archeologia ma anche in due zone di Capracotta distanti tra loro circa 7 km.
La prima è il quartiere medievale posizionato nel punto più alto di Capracotta, dove sta la Chiesa Madre, un borgo nel quale le case erano così addossate le une alle altre che i raggi del sole facevano a pugni per penetrarvi. Quel rione fu distrutto nell'ultima guerra e solo parzialmente ricostruito.
Il secondo sito è posizionato a sud-ovest del territorio di Capracotta, alle spalle di Monte Capraro, tra il cosiddetto Ospedaletto, al centro del quale sta l'omonima fonte di abbeverata, e Colle Parchesciana, dove sono visibili i resti di antiche mura e, alla sommità, gli avanzi di una torre di guardia d'epoca longobarda e i resti dell'antica Chiesa di San Nicola di Vallesorda.
Nell'agosto del 1973 in quella zona, che presentava una striscia erbosa omogenea lunga circa 300 metri e in notevole pendenza, Michele Potena, Antonio Pollice e altri patiti dello sci alpino organizzarono una gara di slalom sostituendo la neve con la paglia, ovviamente dopo aver rimosso le pietre affioranti.
Fu presente un folto gruppo di tifosi, tra famiglie e comitive, pronti a sostenere quei coraggiosi atleti che sfidavano l'imprevedibilità della paglia che, in diverse occasioni, fu responsabile dei ruzzoloni compiuti dagli atleti ma, al contempo, fu l'occasione per trascorrere un pomeriggio in compagnia, allietati dallo skyline di Vastogirardi.
Attualmente quella è una zona battuta solo dai cercatori di funghi e dai cacciatori, poco valorizzata dal punto di vista ambientalistico e archeologico, tant'è che si sente mortificata e abbandonata come un anziano che, nonostante gli spietati scherzi e acciacchi dell'età, si assopisce e sopravvive... in attesa che qualcuno ascolti la sua storia!
Filippo Di Tella