Il viso ambrato e rugoso, la fronte appena incorniciata da una capricciosa onda di capelli bianchi raccolti dietro la nuca, gli orecchini e l'immancabile collana, rendevano Francesca uno straordinario esempio di femminilità.
Quando si andava a fare qualche acquisto si passava da casa sua, si salivano tre alti gradini di pietra per accedere in un ambiente dove una scala stretta e ripida portava alle stanze del pavimento di legno.
Francesca era vivace, sapeva aneddoti e canzoni, recitava filastrocche, raccontava le vicende di tutto il paese, testimonianze che nella conversazione erano il sale per passare dalla mestizia al riso e viceversa.
Il lavoro di sarta insieme al marito Nicolino le aveva permesso di raccogliere un patrimonio di notizie che la sua formidabile memoria sapeva mantenere vive per ripeterle simpaticamente a giovani e vecchi.
Raccolta nella mantellina, sempre in ordine e civettuola al tempo stesso, raramente Francesca si incupiva prendendosi il mento tra le mani, assorta.
Anche negli anni il suo carattere non perdeva lo smalto, solo lo sguardo si spegneva nei ricordi.
Flora Di Rienzo
Fonte: F. Di Rienzo, Piccolo florilegio, Capracotta 2011.