Pur avendo già scritto sulle vessazioni che subì Capracotta negli ultimi mesi del 1943, ricordiamo altre violenze di cui furono vittime i civili tra la fine di ottobre e i primi di novembre allorché i tedeschi decisero la costruzione della linea fortificata Gustav. Da quel momento non si contarono i rastrellamenti di uomini abili al lavoro e le requisizioni di ogni genere tra alimentari e bestiame.
Il 30 ottobre il feldmaresciallo Kesselring ordinò lo sfollamento del centro abitato e dintorni, sulla linea di fortificazione invernale che si trovava lungo il fiume Sangro.
Emanò poi un'ordinanza che stabiliva un premio per chi avesse catturato e consegnato ai reparti tedeschi i soldati americani fuggiti dal campo di prigionia di Sulmona che si trovavano sul territorio. Lo fece dapprima con una ordinanza allettante, senza minacce, poi passò a quella con le minacce di morte per tutti coloro che avessero aiutato i prigionieri a nascondersi. I fratelli Fiadino, Alberto, Gasperino e Rodolfo, dei quali si è già detto, ospitarono alcuni soldati inglesi fuggiti incuranti del pericolo. Un delatore guidò una pattuglia germanica alla masseria dov'erano nascosti e vennero tutti catturati.
I tre fratelli vennero portati al comando di Alfedena dove un Tribunale Militare li processò sommariamente e li condannò a morte. Sulla strada del ritorno uno dei tre fratelli sollecitò gli altri due a fuggire ma questi scioccati e paralizzati dalla paura non si mossero. Solo Alberto, a una curva, riuscì a saltare dal mezzo e pur fatto segno di numerosi colpi di mitraglia riuscì a fuggire.
I due fratelli Gasperino e Rodolfo vennero condotti in località Sotto il Monte, legati a un albero e assistiti dal parroco, don Leopoldo Conti, vennero fucilati.
Domenico Antonio Borsella
Fonte: D. A. Borsella, Molise 1943. Frammenti di una guerra, Micrograf, Mappano 2021.