La giornata cominciava presto per Gaetano, ma anche per il vicinato che lo sentiva all'alba battere sulla falce per prepararla al lavoro nei campi e ancora quando incitava le vacche ad uscire dalla stalla per avviarle al pascolo; lo scampanio risuonava nella strada ora accelerato ora lento come il loro passo che a tratti accennava ad una corsa o seguiva mollemente l'ancheggiare dei fianchi pesanti.
Il muggito sotto le finestre diventava poi più debole quando si allontanavano dietro le case per dividersi lungo i sentieri della Guardata.
Lui gridava, imprecava alla loro pigrizia, con un bastone in mano le seguiva, le chiamava, le rimproverava.
Gaetano, magro nel gilet, nei pantaloni di velluto stretti con una larga fascia intorno alla vita, indossava un cappello un po' logoro che gli nascondeva gli occhi già piccoli e il naso sottile dal quale partivano dei baffi discreti.
Affascinante nella sua rudezza, aveva un modo di preparare il cavallo che faceva pensare all'eroe di un'impresa epica di cui solo lui conosceva pericoli e glorie, con maestria legava la sella e con eleganza prendeva le briglie, poi si avviava a passi lenti diretto alla masseria: gli scarponi chiodati suonavano sulla pietra confondendosi con gli zoccoli del destriero fino alla prima svolta della strada.
Quest'uomo avvezzo ai lavori nei campi ed esperto nel trattare gli animali sembrava indurito dalla fatica, in realtà nascondeva un cuore tenero, soprattutto con i bambini che trattava con una distanza ammirata, rivolgendo loro sorrisi disarmanti che per i piccoli valevano più delle parole.
Flora Di Rienzo
Fonte: F. Di Rienzo, Piccolo florilegio, Capracotta 2011.