Per i successivi tre mesi gli avvocati di entrambe le parti sfilarono dentro e fuori le aule dei tribunali, depositando memorie e chiedendo proroghe. Riflettendo la divisione ideologica tra i partiti, i progressisti erano rappresentati da due membri della Lawyer's Guild, mentre l'avvocato dell'AFL era Paul M. Herbert, ex comandante di Stato della Legione americana e ultimo candidato repubblicano alla carica di governatore. Tuttavia, nonostante le argomentazioni piuttosto ingegnose di entrambe le parti, la soluzione non pervenne dal lento sistema giudiziario bensì dagli eventi succedutisi nel Paese sul fronte lavoro.
Il 2 marzo 1937, il giorno dopo il voto di fiducia a Di Nucci, la United States Steel Corporation firmò un contratto col Comitato organizzatore dei lavoratori dell'acciaio (SWOC) del CIO. Questo sviluppo, solo poche settimane dopo la drammatica resa della General Motors agli scioperanti di Flint, rese il CIO una forza inarrestabile nel movimento operaio. Di conseguenza, a metà marzo, Green diede incarico agli enti locali e statali di «tracciare una linea tra l'AFL e il SWOC». In risposta il 24 aprile il CIO annunciò che avrebbe iniziato a istituire propri enti cittadini e nazionali.
L'annuncio del CIO minò gli sforzi dei progressisti per mantenere unito il movimento operaio di Columbus. Poiché sia l'UAW che lo SWOC si erano organizzati con successo nell'area, l'istituzione di un corpo separato del CIO a Columbus era ormai inevitabile. Di conseguenza la questione divenne come mantenere i progressisti rimasti nell'AFL a capo della CFL. Chiaramente, per placare Green e salvare la barca, Di Nucci doveva andarsene. Fu così che il 5 maggio egli rassegnò le dimissioni e accettò un incarico presso il CIO.
Nell'estate del 1937 Columbus, come l'intera nazione, aveva due principali sindacati. A settembre Giorgio Di Nucci divenne presidente del neonato Franklin Country CIO Council, composto da 14 sindacati locali e 3.000 uomini e donne. Nel 1939 mise su un'organizzazione ombrello del CIO in tutto lo Stato, parallela a quella dell'AFL. Molti dei progressisti si unirono a Di Nucci nel campo del CIO, incluso Silvey che divenne segretario tesoriere. Le dipartite diedero alla CFL un tono meno militante ma non divenne affatto conservatrice né abbandonò gli sforzi per organizzare i lavoratori. Ironia della sorte, dopo aver forzato l'allontanamento di Di Nucci, diversi sindacati edili si slegarono dall'ente cittadino. Nel 1938 lo stesso George Strain reindirizzò le sue energie verso il Partito repubblicano e, come ricompensa per aver lavorato all'elezione a governatore di John Bricker, divenne capo del Dipartimento delle relazioni industriali di Stato.
La creazione del Franklin Country CIO Council permise a Di Nucci di fare quello che sapeva fare meglio: organizzare i lavoratori. «Amo organizzare, – disse in un'intervista degli anni '70 – non mi importava delle negoziazioni, delle lamentele e cose del genere». Vedeva il suo ruolo come quello di un iniziatore, colui stabilisce contatti e mette in moto le cose. Una volta sicuro che un numero sufficiente di lavoratori in uno stabilimento fosse impegnato nel sindacalismo, chiedeva all'organizzazione competente di inviare il proprio personale e ripartiva per un altro obiettivo. Seguendo questa strategia, aiutò la UAW a organizzare il Columbus Auto Parts e la Textile Workers' Union del CIO gliene diede riconoscimento presso le Columbus Coated Fabrics. Supportò anche i dipendenti statali nella formazione di quella che sarebbe poi diventata la Ohio Civil Service Association.
Gli sforzi del Di Nucci per organizzare lo stabilimento Timken di Columbus erano tipici del suo modo di fare. Di tanto in tanto, durante il 1937 e il 1938, visitò i bar che circondavano lo stabilimento, coinvolgendo i lavoratori in discussioni. Tra loro c'era il giovane Harry Mayfield, che voleva fare qualcosa per le condizioni nello stabilimento. Mayfield aveva già provato a lavorare come membro del comitato di reclamo del sindacato aziendale, scartato dopo un incontro col direttore dello stabilimento per aver insistito troppo su un caso. Spiato e seguito, Mayfield aveva comunque accettato di partecipare a un incontro notturno clandestino presso la fattoria di "Red" Malone, lontano dagli occhi degli agenti Timken. Mayfield ricordò che Di Nucci era arrivato al raduno con I. W. Abel, che aveva già fondato una sezione degli Steelworkers alla Timken di Canton. Portava con sé un barilotto di birra per promuovere una discussione completa sui problemi. Quando la riunione fu aggiornata, sotto la guida di Mayfield era stato formato un comitato organizzatore che avrebbe sfidato una delle aziende più antisindacali dello Stato.
All'inizio degli anni '40 gli sforzi del Di Nucci per dare sostegno al lavoro organizzato nell'Ohio centrale ricevettero l'aiuto della Chiesa cattolica con l'arrivo del vescovo Michael Joseph Ready e l'istituzione di un dipartimento di azione sociale sotto padre Augustine Winkler. In precedenza, la leadership cattolica locale era stata ostile al CIO e, secondo quanto riferito, aveva persino impedito alla figlia di Di Nucci di frequentare la scuola cattolica a causa dei legami sindacali del padre. Al contrario, sia Ready che Winkler cercarono di convincere i parrocchiani della diocesi che il sindacato era rispettabile. Il vescovo Ready nominò varie mogli di leader sindacali, tra cui Lena Di Nucci, a posizioni importanti nel Consiglio diocesano delle donne cattoliche. Diede avvio una messa annuale del Labor Day, trasmessa anche via radio. Da parte sua, padre Winkler diresse una scuola che insegnava ai dirigenti sindacali locali - molti dei quali non erano nemmeno in possesso di un diploma di scuola superiore - i punti salienti delle trattative contrattuali e del diritto del lavoro in modo che potessero trattare efficacemente coi rappresentanti aziendali più istruiti.
Lo scoppio della Seconda guerra mondiale modificò drasticamente il movimento operaio nell'Ohio centrale e la carriera di Giorgio Di Nucci. Nell'agosto 1940 il governo federale decise di costruire una fabbrica di aerei alla periferia di Columbus per la Curtiss-Wright Corporation. Al culmine della produzione di guerra, nel 1944, questa struttura impiegava 24.684 lavoratori, un numero più o meno uguale a quello di tutti i lavoratori cittadini di produzione prebellica. Cosa più importante per il movimento operaio, la forza lavoro della Curtiss-Wright si unì al sindacato poco dopo l'inizio della produzione nel 1941. Di Nucci aveva iniziato a organizzare la struttura assumendo simpatizzanti nei dipartimenti chiave. La sfida che dovette affrontare non era opporsi all'azienda ma unire una forza lavoro divisa per religione, etnia e razza. A differenza della maggior parte delle sue campagne organizzative, Di Nucci portò questa fino alla conclusione positiva, col riconoscimento aziendale dell'UAW.
Quasi dall'oggi al domani i rapporti di potere sia in città che nel movimento sindacale locale cambiarono, dal momento che l'UAW rappresentava ora una percentuale significativa dei lavoratori e poteva mobilitare gli elettori sia alle urne che alle riunioni sindacali. Anche altri sindacati del CIO crebbero notevolmente, in parte perché gli appalti pubblici potevano essere assegnati soltanto ad aziende conformi al Wagner Act. Complessivamente nel 1942 i membri del CIO di Columbus aumentarono del 300%. L'ascesa di sindacati di grandi dimensioni alterò il futuro di Giorgio Di Nucci nel movimento operaio. Quando egli lasciò la CFL nel 1937 per una posizione nel CIO, rinunciò anche all'appartenenza alla United Garment Workers, affiliata all'AFL. Profondamente coinvolto nell'organizzazione del Columbus Auto Parts e bisognoso di un'affiliazione sindacale ufficiale, ottenne una tessera nell'UAW ma la dovette restituire quando il nuovo statuto proibì ai lavoratori non automobilistici di esserne membri. Si unì dunque a una sezione di Cincinnati degli Amalgamated Clothing Workers ma quell'accordo fu insoddisfacente poiché non poteva partecipare alle riunioni. Alla fine, il suo amico Abel lo aiutò ad ottenere una tessera dei siderurgici. Di Nucci, tuttavia, riconobbe che si trattava di un'iscrizione di cortesia, che lo limitava a un ruolo di supporto.
Eppure, anche se confinato nello staff, DeNucci fu dinamico. Il governo federale richiedeva la rappresentanza dei lavoratori in comitati, commissioni e consigli di pianificazione, e, con un gran numero di leader sindacali andati in guerra, Di Nucci scalò molte posizioni. Inoltre, in qualità di leader del CIO dell'Ohio centrale, ne era il principale lobbista presso i funzionari statali. Inoltre, quando si arruolò il segretario-tesoriere dell'Ohio CIO Council, Di Nucci ne assunse le funzioni fino al ritorno.
Per Di Nucci la guerra fornì ai sindacati l'opportunità di «vendersi alla comunità». Convise i sindacati locali a partecipare al Community Chest e pubblicizzò molto il fatto che i membri del sindacato fossero i maggiori donatori del fondo. Istituì una borsa di studio religione-lavoro in cui i leader di varie fedi si incontravano mensilmente coi rappresentanti dei lavoratori locali per discutere le questioni comunitarie. Di Nucci fece anche pressioni su sua moglie e sulle mogli di altri funzionari sindacali affinché facessero volontariato presso vari enti di beneficenza locali.
La fine della guerra portò alla fine dei comitati e dei consigli e al ritorno dei soldati ex attivisti sindacali, desiderosi di riconquistare il proprio posto. Nel rimescolamento postbellico che ne seguì, la mancanza di una base istituzionale rese Di Nucci dipendente dai vertici dei sindacati più grandi. Ebbe incarichi speciali da Phil Murray, presidente del CIO e degli Steelworkers. Alle convention del CIO, ad esempio, mobilitò i voti sull'agenda della leadership. Quando necessario assunse temporaneamente anche vari incarichi fin quando non veniva individuato un sostituto ufficiale.
Di Nucci utilizzò sempre più le proprie capacità organizzative in favore della crociata anticomunista, che avrebbe rimodellato il movimento operaio del dopoguerra. Nel 1946 Murray lo nominò amministratore del Cleveland CIO Council con l'ordine di espellere i comunisti. Ancora una volta, durante la convention del CIO dell'Ohio del 1949, Di Nucci raccolse i voti necessari per estromettere i membri del consiglio esecutivo di sinistra. Pochi mesi dopo prese la parola al congresso nazionale del CIO che aveva espulso diversi sindacati internazionalisti controllati dai comunisti. Nel decennio successivo, il CIO inviò Di Nucci a combattere i comunisti in tutti gli Stati Uniti, a Porto Rico e persino nella zona del Canale di Panama.
Ironia della sorte, nel 1954 Di Nucci scoprì che il governo federale lo considerava un comunista. In una lettera in cui chiedeva aiuto agli amici, scrisse: «Io, che li ho sempre disprezzati e odiati [i comunisti, n.d.a.], e durante tutti i miei anni col CIO mi è stato assegnato l'incarico di scovare e tenere questi viscidi lontano dalle posizioni di vertice nei sindacati del CIO, mi vedo ora negare il passaporto perché qualche maccartista ha depositato una dichiarazione secondo cui ero o sono un comunista!».
Pare infatti che un agente dell'FBI a Portsmouth riferì che Di Nucci aveva partecipato a due riunioni al 3966 di Gallia Street, presso un'impresa di pulizie legata ai comunisti. Da quelle informazioni e dal fatto che il suo nome fosse sulla mailing list del "Daily Worker", l'FBI concluse che era un membro del Partito comunista. Per i due anni successivi Di Nucci fornì dichiarazioni giurate sulle sue attività anticomuniste a una serie di figure di spicco nel movimento operaio e nella vita pubblica. Alla fine fu in grado di produrre copie di vecchie lettere che dimostravano che avesse fatto appello al servizio postale per interrompere la consegna di pubblicazioni comuniste non richieste. Per quanto riguarda la partecipazione alle riunioni del Partito comunista, scoprì che l'accusa era basata su una brutta calligrafia: i numeri 0 dell'informatore sembravano 6. Aveva sì partecipato a due riunioni a Portsmouth, ma non al 3966 bensì al 3900 di Gallia Street, all'Eagles Hall, dove si riunivano gli metalmeccanici locali.
La fusione tra AFL e CIO avvenuta alla fine degli anni '50 portò con sé un ulteriore rimescolamento di posizioni che portò Di Nucci a porre fine alla sua carriera sindacale. Anche dopo la pensione, negli anni '70, Giorgio Di Nucci rimase attivo, trascorrendo le giornate, ad esempio, a sfruttare tutti i suoi contatti per promuovere il boicottaggio dell'uva da parte dei Farm Workers dell'Ohio centrale. Morì nel 1979.
Warren Van Tine
(trad. di Francesco Mendozzi)
Fonte: W. Van Tine, George DeNucci and the Rise of Mass-Production Unionism in Ohio, in W. Van Tine e M. Pierce (a cura di), Builders of Ohio: a Biographical History, The Ohio State University Press, Columbus 2003.