Giovanni (ma gli vennero dati anche altri nomi: Simone, Gabriele, Nicola, Angiolo e Maria) Di Bene nacque a Montenero di Bisaccia, il 2 ottobre del 1867, da Filippo Di Bene e Carolina Masciangioli. L'atto di nascita fu registrato dinanzi all'allora sindaco Errico Monaco. Il padre, Filippo, era nato ad Orsogna il 31 ottobre del 1833 (da Domenico Di Bene e Placida Mayer).
Giovanni sposò, il 10 ottobre del 1892, Maria Luisa Conti (fu Ruggiero) di Capracotta. Studiò nel Convitto Nazionale di Macerata e divenne poi apprezzato professore di Lettere. Coltivò per tutta la vita una passione: l'apicoltura.
Ne divenne uno dei pilastri attraverso l'applicazione del metodo di "apicoltura razionale" in sostituzione di quello cosiddetto di "apicoltura villica". Creò ad Orsogna, in provincia di Chieti, l'impianto di uno stabilimento apistico che aumentò di anno in anno, sino a formare tre forti apiari per un complessivo di oltre 200 alveari.
Nel 1899 un decreto ministeriale conferì al suo stabilimento il carattere di Regio Osservatorio Apistico per la Provincia di Chieti e lui, Giovanni Di Bene, si prodigò, con insegnamenti, consultazioni, sopralluoghi e corrispondenze all'impulso dell'apicoltura razionale.
Nel 1902 fondò e diresse il periodico di apicoltura "Corrispondenza Apistica" che ebbe parecchi anni di vita, fu diffuso in tutta Italia e anche all'estero. Notevole anche la parte letteraria di cui Di Bene fu autore. Nel 1904 fondò con le altre personalità del campo apistico nazionale la Federazione Apistica Italiana di cui fece parte quale consigliere di amministrazione. Notevole il suo contributo, con articoli e recensioni, per la rivista "L'Apicoltura Italiana". Fece parte pure del Comitato dei Congressi apistici e fu relatore su vari argomenti: molto importante le "Caratteristiche regionali dell'apicoltura italiana" durante il V° Congresso Nazionale di Roma del 1911 e la "Legislazione apistica" nel VI° Congresso. Scrisse un opuscolo su "Assicurazione mutua contro le malattie delle api".
Fu definito «pioniere e maestro» nel capo dell'apicoltura. Con i suoi scritti in purissimo italiano e con la sua parola di esimio conferenziere, divulgò le allora moderne vedute circa il mondo delle api. Ebbe, come letterato, l'alta onorificenza di commemorare il sommo poeta latino Virgilio nel suo bimillenario (anno 1930) a Mantova.
Giovanni Di Bene morì nel 1938 e fu la figlia Maria che, a nome della famiglia, ringraziò per i commoventi attestati di stima, in onore del padre, giunti da ogni dove.
Geremia Mancini
Fonte: https://www.facebook.com/, 17 marzo 2019.