Ho conosciuto Olaf Scholz quando egli era sindaco di Amburgo, non solo la città ma anche una delle sedici regioni tedesche, i Länder, dal 2011 al 2018. Essendo tesserato della SPD dal 1988 ed essendo stato presidente dell'Associazione della Confederazione dei Sindacati Tedeschi contro il razzismo "La Mano Gialla" (2008-2020), ho partecipato a tutti gli ultimi congressi nazionali della SPD. In quelle occasioni ho avuto modo di conoscerlo più da vicino. Egli, nato ad Osnabrück nel 1958 e cresciuto ad Amburgo - quindi della Germania del Nord -, è un uomo di poche parole, pragmatico e con un fiuto politico senza uguali. Al contrario dei sui predecessori, Scholz appare spesso più sobrio, più freddo e distante ma molto determinato. Famosa la sua frase: «Con me si ottiene quello che si ordina: guida, determinazione e perseveranza». Sono convinto che stupirà tutti quelli che lo sottovalutano.
L'ultima volta che ci siamo incontrati è stato il 5 luglio scorso durante la campagna elettorale in una manifestazione del mio partito ad Hannover, alla quale ho partecipato con mio padre Donato, di 101 anni. Dopo il suo intervento non ha mancato di venirci a salutare insieme al Presidente della Bassa Sassonia, Stephan Weil.
Come si può immaginare, sono molto soddisfatto della sua elezione che comunque avevo pronosticato in tempi non sospetti, quando in pochi ci credevano, e ripetuto più volte durante le mie vacanze in Italia in diverse occasioni. Questo mio ottimismo veniva visto da tanti più come un mio desiderio che come una reale possibilità. Ricordo bene le parole di un nostro noto compaesano che mi disse testualmente: «Lo dici per dire, ma questo non avverrà mai!».
Sono convinto che il mite e competente Scholz possa essere il garante di una politica europea che riavvicini i ceti più deboli ai partiti che si battono per la giustizia sociale e contro i populisti e i razzisti. Tutta l'Europa ne ha bisogno.
Giovanni Pollice