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Iacci, salere e lamature


Capracotta gregge
Un pastore con le sue pecore allo Iaccio di Vorraine (foto: A. Trombetta).

Dopo aver illustrato l'etimologia di natura agricola dei toponimi della Vicenna, delle Cese e della Cannavina (qui), oggi mi cimento nei toponimi a carattere pastorale, ovvero lo Iaccio di Vorraine, le Salere e la Lamatura.

Per quanto riguarda il primo, a Capracotta ne abbiamo due di jeàcce, di cui il più noto è quello di Vorraine, localizzato sul costone più morbido e fertile di Monte Capraro. Il suo nome (in italiano "stazzo") deriva banalmente dall'addiaccio, ovvero il recinto nel quale i pastori tenevano il gregge di pecore durante la notte. Per quanto riguarda il nome Vorraine questo potrebbe avere un duplice significato ma il primo sembra il più probabile: mi riferisco alla borragine (in capr. vurràigna), una pianta erbacea piuttosto comune sul nostro territorio. Lo Iaccio di Vorraine potrebbe dunque riferirsi a un antico stazzo di grosse proporzioni contornato da Borago officinalis. Un secondo jacce è quello dell'Orso, presso le falde meridionali di Monte Campo, lì dove il bosco cede il passo al cosiddetto Orto Ianiro. Anche in questo caso il nome dell'orso fa pensare tanto al plantigrado appenninico quanto alla "razza" capracottese dell'Urse, ipotesi quest'ultima onestamente improbabile.

Passando al secondo toponimo, quello delle Salere, avverto che viene così indicata un'area oggi inutilizzata della Guardata, dove fino a pochi decenni fa pascolavano in gran numero i bovini. Difatti il termine si riferisce alla vasca di pietra nella quale si posizionava il sale per le bestie d'allevamento: molti di voi sapranno che mucche, cavalli, pecore e capre hanno bisogno, di tanto in tanto, di leccare il sale per trarne potassio ed altri minerali ad integrazione della loro dieta.

Per quanto concerne infine la Lamatura, a Capracotta vi sono due località contraddistinte da questo nome (a cui va aggiunta la Fonte la Lama): la prima si trova al di sotto del cosiddetto Munnezzàre, sulle coste del vallone Molinaro. La seconda Lamatura è quella situata a destra della strada che mena ad Agnone, al di sotto del cimitero. Il suo nome non ha niente a che vedere con la levigatura della superficie e forse nemmeno con la franosità del terreno, bensì deriva dal latino lama, "pantano", e si riferisce a zone paludose nelle quali l'acqua ristagna in pozzanghere più o meno estese: in primavera, infatti, la prima Lamatura conosce la dirompente acqua del Molinaro mentre la seconda, un perfetto impluvio, si gonfia pel disgelo delle nevi appenniniche.


Francesco Mendozzi

 

Bibliografia di riferimento:

  • R. Almagià, Studi geografici sulle frane in Italia, in AA.VV., Memorie della Società geografica italiana, vol. XIV, Civelli, Roma 1910;

  • U. Fraccacreta, Nuovi poemetti, Cappelli, Bologna 1934;

  • F. Mendozzi, Guida alla letteratura capracottese, vol. I, Youcanprint, Tricase 2016;

  • F. Mendozzi, L'inaudito e crudelissimo racconto della prigionia capracottese e della miracolosa liberazione, Youcanprint, Tricase 2018;

  • E. Novi Chavarria e V. Cocozza, Comunità e territorio. Per una storia del Molise moderno attraverso gli apprezzi feudali: 1593-1744, Palladino, Campobasso 2015;

  • G. Tardio, Lama, Lamae... Lamis: Locus Lamæ, Smil, S. Marco in Lamis 2010.

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