Nel nostro borgo, alla sera del Santo protettore di quelli che hanno la casa ornato in "malo modo", non c'è processioni simboliche o cenacoli come a Tagliacozzo, Ortucchio, né la famosa fiera de' becchi di Romagna, ma qualche cosa di più semplice, di meno offensivo e di più efficace, ne' suoi effetti.
A notte alta, i giovinastri del paese, tanto per ricordare alle mogli infedeli che, se la legge dorme, c'è la pubblica opinione che veglia, muniti di grossi campanacci, scatole di latta, tamburi e cazzeruole, attraversano il paese, facendo una gazzarra infernale e gridando: «Chiunque appartiene alla Congrega di San Martino, venga in piazza, che si deve risolvere un caso».
Ma, il caso resta sempre insoluto!
Oreste Conti
Fonte: O. Conti, Letteratura popolare capracottese, Pierro, Napoli 1911.