Da molti anni Antonio D'Andrea, per gli amici Furbetto, coordina a Capracotta l'associazione "Vivere con cura", che attua una serie di iniziative volte a recuperare le tradizioni rurali del paese prevenendo la perdita di un patrimonio di conoscenze che andrebbero altrimenti dimenticate e provvedendo così ad una maggiore coscienza ambientale e civile dei villeggianti. A volte si tratta di proposte molto originali che nascono da una genialità a volte incompresa dalla maggior parte dei residenti.
Vorrei in queste righe sottolineare il valore aggiunto di queste attività che, anche se apparentemente non aggiungono molto all'economia reale dei residenti, sono capaci di generare una rivalutazione del cosiddetto "capitale sociale".
Il momento storico che tutto l'Alto Molise si accinge ad affrontare è uno dei più duri dal punto di vista economico con la spesa sociale per istruzione e sanità in drastica riduzione in tutta la regione.
Il Comune sta cercando di utilizzare tutte le risorse naturali che consentano al paese di sopravvivere allo spopolamento sfruttando sia le risorse naturali che quelle fiscali mentre per la comunità montana si avvicina il momento di lanciarsi nella green economy, unica speranza di crescita nel contesto di una economia globale.
La valorizzazione del patrimonio di tradizioni rurali del paese, che ancora oggi è apprezzato per la sua aspra e incontaminata bellezza, è tesa ad un recupero delle pratiche di vita quotidiana di epoca pre-industriale e ad uno sviluppo secondo i criteri della cosiddetta crescita sostenibile.
"Vivere con cura" rimanda nel proprio nome ad una maggiore attenzione alla qualità della vita. Ciò può essere tradotto anche come una maggiore attenzione alla qualità delle cose piuttosto che non alla loro quantità. È utile ricordare che è stato proprio questo recupero della qualità che ha permesso al nostro Paese di uscire da un altro periodo buio: quello della crisi petrolifera del '73; è stato proprio il recupero del lavoro artigianale nella lavorazione dei tessuti e del legno, della ceramica e del cuoio che l'Italia rurale è riuscita a creare quel nuovo miracolo economico poi chiamato del Made in Italy.
Il recupero delle antiche tradizioni attuato da "Vivere con cura" consente non solo la conservazione e lo sviluppo del patrimonio culturale locale, ma contribuisce anche alla crescita di una maggiore coscienza civica.
Tale coscienza è oggi considerata fondamentale per lo sviluppo economico perché è attraverso di essa che una comunità può regolare ed incrementare gli scambi economici. La carenza di senso civico si evidenzia nelle piccole frodi quotidiane che sono indice di un senso di pessimismo che si traduce in un "prendi i soldi e scappa".
Chi approfitta delle altrui buone intenzioni e spaccia dei prodotti industriali per prodotti della tradizione locale rivendendoli ad un prezzo maggiorato, crea un danno che non è limitato solo alla propria reputazione, ma anche all'immagine della popolazione e a tutte le filiere della produzione locale.
L'importanza dell'affidabilità sociale nello sviluppo sostenibile è quindi basilare se si vuole tutelare le produzioni locali.
La carenza di senso civico è comunque diffusa in tutto il meridione italiano ed è da decenni occasione di studio per sociologi internazionali che intravedono nel cosiddetto "familismo amorale", e nel conseguente scollegamento dalla società più allargata, le ragioni dell'arretratezza sia culturale che economica. Tale lacuna è per molti sociologi la causa del fallimento dei patti territoriali nelle zone del meridione italiano.
Nel caso di Capracotta le relazioni sociali, oltre a risentire di un generale isolamento del paese, stanno conoscendo un drastico calo a causa della forte emigrazione che si sta verificando.
La possibilità di mantenere i rapporti anche attraverso forme di associazione di vario tipo è quindi un evento da guardare con soddisfazione non solo per la conservazione di antichi saperi, ma anche per la creazione di una maggiore coscienza civile.
È per questo motivo che "Vivere con cura" rappresenta un valore che deve essere misurato soprattutto sotto forma del capitale sociale che esso genera.
I corsi di botanica, ceramica, falegnameria, musica organizzati da Furbetto e che coinvolgono bambini e non, oltre ad ampliare la conoscenza delle tradizioni rurali in via di estinzione, ampliano la rete di rapporti sociali del paese permettendo l'allaccio di nuove ed inaspettate amicizie. È proprio l'associazionismo il valore aggiunto di questi corsi che si traducono nella creazione del capitale sociale.
L'esistenza di queste relazioni di tipo "orizzontale" è oggi riconosciuto come un valore fondamentale per la crescita non solo democratica ma anche economica della società.
Chi è più conosciuto ha motivi maggiori per comportarsi bene e non infrangere le regole del vivere comune; ragion per cui più associazioni esistono sul territorio più il tessuto sociale è "incastrato" in una serie di legami che impediscono la trasgressione e rendono la società più coesa ed affidabile.
In tale contesto inoltre, proprio per i legami di fiducia e di reciprocità allacciati, lo scambio di informazioni è più efficace e responsabile.
Le reti di impegno civico, come le associazioni sportive, i cori, le cooperative, i partiti di massa ed altri simili che rappresentano una componente del capitale sociale sono l'espressione di interazioni orizzontali e rappresentano una componente essenziale del capitale sociale.
Questi valori sono perciò quelli che danno all'investitore privato maggiore affidabilità nell'acquisto di immobili o nella creazione dell'impresa e che possono tradursi in occupazione e sviluppo.
Le tradizioni rivalutate da "Vivere con cura" si muovono quindi nella direzione già intrapresa da molte regioni con la rivoluzione post-industriale: quella di ridare valore ai sistemi della tradizione rurale nella produzione dei beni di utilità giornaliera per riscoprire e rivalutare l'identità locale divenuta ancora più preziosa nell'era della globalizzazione.
È per questo che l'identità locale è un valore che può portare ad una reale crescita economica sia attraverso le produzioni eno-gastronomiche sia attraverso i flussi turistici che può generare. Il mio augurio è che le attività di "Vivere con cura" si estendano oltre i confini del Comune di Capracotta. Che raggiungano, attraverso i tratturi, che oggi vengono riscoperti come moderne green ways, i comuni dell'Alto Molise e tutte le aree che ancora testimoniano la tradizione millenaria della montagna appenninica. Che attraverso un laboratorio multidisciplinare veicoli interesse nei produttori e nei consumatori delle produzioni locali e rivaluti il lavoro di quanti sono ancora attaccati alla propria terra ed hanno nel proprio lavoro e nella propria onestà il loro credo.
Capracotta, agosto 2010.
Gregorio Venditti