Passeggiando per via Roma, nel punto in cui questa lascia il posto a via San Giovanni, è possibile intravedere una data scolpita nel muro perimetrale della Chiesa Madre, ad un'altezza di poco meno di 2,40 metri dal suolo. La scoperta è stata effettuata da Giovanni Fiadino, infaticabile camminatore capracottese, e ciò che leggerete qui è frutto di una prima analisi dell'arch. Alessandro Mendozzi.
La data iscritta nella pietra è relativamente recente perché segna l'anno 1873 e lascia supporre che stia lì ad indicare un qualche tipo di restauro architettonico, anche se nei volumi riguardanti la Chiesa Madre pubblicati da Luigi Campanelli e Geremia Carugno non v'è traccia alcuna di lavori all'edificio sacro iniziati o terminati in quell'anno. Ma un osservatore attento può inoltre scorgere, soprattutto sul muro orientale - quello della cosiddetta Congrega - ciò che sembra essere un rivestimento, una vera e propria aggiunta estetica e, forse, pure statica e strutturale. Mi riferisco infatti all'accenno di archi a sesto acuto che sovrastano le porte del piano terra, che fino a molti decenni fa erano d'accesso a cantine e a botteghe attive e laboriose.
Nel XIX secolo furono infatti di gran moda in tutta Europa due stili architettonici, soprattutto in ambito restaurativo: lo stile impero, portato in Italia dalla foga romantica di Napoleone, e il neogotico, quello del caso in evidenza. L'indiscutibile copertura muraria a est della Chiesa Madre - con la relativa iscrizione - dimostra che in sovrapposizione all'antica struttura della Congrega si era prevista un'aggiunta (circa 80 cm. di profondità) completa di archi a sesto acuto che oggi vediamo interrotta all'abbozzo del terzo arco, segno evidente che il restauro fu bloccato, forse per motivi estetici, forse per mancanza di fondi, forse per liti con l'impresario edile.
Il muro orientale di quella che «certamente è la parrocchiale più vicina al Cielo», per oltre un secolo abbruttito da questo raffazzonato incompiuto neogotico, appare oggi in parte riempito dalla casa canonica più chiacchierata d'Italia, ma senza la quale Capracotta avrebbe perso per sempre i locali scolastici e il vocio dei suoi bimbi.
Francesco Mendozzi
Bibliografia di riferimento:
L. Campanelli, La chiesa collegiata di Capracotta. Noterelle di vecchia cronaca paesana, Soc. Tip. Molisana, Campobasso 1926;
G. Carugno, La Chiesa Madre di Capracotta, San Giorgio, Agnone 1986;
F. Mendozzi, Guida alla letteratura capracottese, vol. I, Youcanprint, Tricase 2016;
F. Valente, Luoghi antichi della Provincia di Isernia, Enne, Bari 2003.