top of page

Intervista a Giuseppe Paglione e Bruno Sozio


Monumento all'Emigrante
Monumento all'Emigrante (foto: F. Mendozzi).

Domanda: – Giuseppe, parlaci brevemente della tua famiglia.

Risposta: – I miei nonni, Antonio Sozio e la moglie Angelina emigrarono negli Stati Uniti d'America agli inizi del '900. Mia nonna morì in giovanissima età colpita dall'influenza "spagnola" e mio nonno Antonio, rimasto vedovo e con sei figli decide di rientrare in Italia nel 1919-1920, con l'intento di sposare un'altra donna e crescere i suoi figli.

D: – E poi, sai cosa è accaduto?

R: – Poco dopo il rientro a Capracotta la più piccola dei figli muore, anch'essa per l'influenza "spagnola"; mio nonno contrae un nuovo matrimonio, da cui nascono altri due figli.

D: – Giuseppe, siete sette figli, cinque nati dal primo matrimonio e due dal secondo. Cosa decidete di fare?

R: – Mio nonno, la sua seconda moglie e i due figli nati dal loro matrimonio resteranno per sempre in Italia. I cinque figli nati dal primo matrimonio emigrano tutti negli Stati Uniti d'America. Mia madre, Elena, si sposa a Capracotta e nascono otto figli, di questi io e mio fratello Pasquale nel 1958 ci trasferiamo negli USA, nel New Jersey, a Burlington. Mio padre arriva negli USA nel 1961 e nel 1962 richiama mia madre e gli altri fratelli e sorelle, tranne una che resterà in Italia. Da allora siamo rimasti negli Stati Uniti d'America con il ricordo continuo nel cuore di Capracotta, nostro paese di origine.

D: – Ma allora era molto difficile entrare negli USA, per voi perché è stato possibile emigrare così facilmente?

R: – Mia madre ed i miei zii, pur essendo cittadini italiani, conservarono la cittadinanza americana essendo nati negli USA e per questo fu molto facile avere il visto di ingresso negli Stati Uniti d'America.

D: – Giuseppe, tu sei rimasto molto legato a Capracotta ed hai promosso una lodevole iniziativa.

R: – Sì, è vero, pur essendo americano di adozione sono rimasto sempre legato a Capracotta. Da alcuni anni ho maturato un'idea, realizzare a Capracotta un monumento all'emigrante. Avuta l'approvazione dall'amministrazione comunale, ho promosso la costituzione di un comitato che negli USA, in Canada e altri Paesi del mondo sta raccogliendo fondi per la realizzazione dell'opera che sarà inaugurata a Capracotta il prossimo 8 settembre 2007 alla presenza di tantissimi emigrati capracottesi che per l'occasione rientreranno in Italia. È un sogno che per me si sta avverando.

D: – E tu, Bruno, cosa ricordi della emigrazione della tua famiglia?

R: – Mio padre Amerigo, fratello di Elena, si trasferì negli USA nel 1956 lasciando a Capracotta mia madre, me e altri cinque figli. Il viaggio di mio padre verso gli Stati Uniti d'America fu uno dei più avventurosi che la storia dell'emigrazione ricordi. Infatti mio padre attraversò l'oceano con l'Andrea Doria e lui fu uno dei superstiti del naufragio della nave. Due anni dopo, nel 1958, mio padre ci "richiamò" e così tutta la mia famiglia, mia madre e sei figli ci trasferimmo negli USA, anche noi nel New Jersey, a Burlington.

D: – Parlaci della tua fanciullezza italiana e americana.

R: – Sono rimasti impressi nella mia memoria gli anni vissuti a Capracotta, i giochi, la scuola elementare, la dura vita di montagna, così come sono vivi i ricordi e le difficoltà dei primi anni negli USA e spesso ricordo i primi giorni di scuola in questo nuovo Paese quando dovendo andare al bagno non sapevo come dirlo alla mia maestra e solo grazie all'aiuto di un bidello che conosceva a stento l'italiano riuscii a farmi capire. Bei ricordi, oggi vivo negli USA, felice della mia situazione, ma con il pensiero rivolto sempre al mio paese natio.

 

Grazie Giuseppe e Bruno, voi siete il simbolo della emigrazione capracottese verso gli USA, a voi rivolgiamo il nostro ringraziamento per il legame che avete e che continuate ad avere con Capracotta, vostro paese di origine.


Danilo Santone

 

Fonte: D. Santone, Intervista a Giuseppe Paglione e Bruno Sozio, in «Voria», I:0, Capracotta, aprile 2007.

bottom of page