A sera le vacche ad una ad una rientravano pesanti per essere munte, allora Italo le indirizzava alla stalla; compiva questo rito con la facilità di chi lo fa con abitudine, ma anche con lo stesso distacco un po' flemmatico di chi per sua natura tratta le cose o l'intera esistenza con schermata distanza.
Alto, asciutto, di corporatura ben proporzionata, non sembrava affatto un contadino anche quando era impegnato a scaricare balle di fieno dai cavalli o in attività egualmente faticose; solo il colorito ambrato tradiva la continua esposizione all'aria aperta nei pascoli e nei campi come un esperto pioniere, ma in ogni azione metteva un'istintiva signorilità.
Italo condivideva la stessa casa, in una sorta di grande clan animato da diversi bambini liberi e chiassosi, con le famiglie dei fratelli Guido e Mario, anche loro schivi e di poche parole, e la madre Michela.
Da questa realtà di tanto in tanto si astraeva: appoggiato ad un rudimentale bastone, si fermava accavallando un piede sull'altro e guardava lontano; assorto in questa posa inseguiva chissà quali pensieri.
Flora Di Rienzo
Fonte: F. Di Rienzo, Piccolo florilegio, Capracotta 2011.