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La 500...



In una tarda mattinata di autunno di fine anni '60, di ritorno da scuola, mi accorgevo della scomparsa della vecchia 500 verdina di papà. Era di quelle prima maniera con le portiere ad apertura anteriore come le vecchie 600.

Al suo posto, parcheggiata a cavalcioni del marciapiede sul Corso e davanti la farmacia, una "Nuova 500" avana fiammante, con le portiere a cerniera anteriore e con un adesivo sul vetro posteriore con scritto "Automobili Scarano – Agnone".

Entrato in casa e salutato il concessionario, che era personalmente venuto a Capracotta per incontrare papà, apprendevo di un nuovo arrivo nella nostra "scuderia" accanto al 1500 nero che usavamo per le lunghe trasferte.

La 500... compagna di mille viaggi e mezzo universale per le visite mediche su tutta la condotta. Ottima sulla neve: durante una forte nevicata e chiamato per visita urgente, papà trovava la strada sotto la Torre bloccata dalla turbina in assetto operativo. Con piglio deciso svoltava ed imboccava la scalinata per scavalcare fino alla via Nova il blocco e portare velocemente soccorso. Iniziava la leggenda...

Durante una violenta bufera venne segnalata la presenza di automobili bloccate sulla strada verso la stazione di San Pietro Avellana. Chissà perché ci trovammo, con mio cugino Nicola, a bordo della 500 che, insieme alla camionetta dei Carabinieri, portava soccorso verso le persone in difficoltà. Giunti sul posto papà, lasciato acceso il motore e garantitoci il riscaldamento a bordo tramite l'acceleratore a mano, iniziava i primi soccorsi.

Tuttavia era necessario liberare le automobili e, assicuratisi dell'integrità dei malcapitati, era necessario avvisare gli spazzaneve per operare in tal senso. Bisognava tornare in paese. Sorpresa! Era rimasta 'mbruciata pure la camionetta mentre la 500 camminava una bellezza! A casa una telefonata allertava i mezzi e solo dopo 'Ndògne ru Miédeche si toglieva gli indumenti fradici e congelati.

Le grandi nevicate sommergevano totalmente quella "coccinella avana" a cavalcioni sul marciapiede. Occorreva solo fare attenzione a non camminarci sopra per errore: il tettuccio nero apribile si poteva sfondare.

La storia continuò anche nella condotta di Tivoli e, di notte, su chiamata di guardia medica in zone "difficili" non era raro veder passare la 500 scortata dalla gazzella dei Carabinieri.

Rubata e ritrovata per ben due volte fu anche la mia prima palestra di scuola guida.

Ormai usurata venne sostituita dalla 126, bianca anch'essa, compagna di mille avventure.

Ma se penso al "Dottore", ovunque adesso si trovi, lo immagino ancora con la borsa medica marrone a bordo della 500 avana che, dopo aver fatto benzina da Emilio, suo fraterno amico (2.000 £ normale e 4.000 £ super) parte per un'altra visita...


Francesco Di Nardo

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