Era l'unico monumento, una secolare torre
di pietra, non di cemento, fatta con tanto sudore;
sotto una fontanella, e un orologio a metà,
alla cima croce e campanella, ogni quarto d'ora a suona'.
Cara Capracotta, ora a quel posto c'è una macchina in sosta,
quando da te ritorno e arrivo a quel posto
in alto mi rivolto e resto di stucco
e ripensando cammino, per il Corso o sul Colle,
mi rivedo un bambino, con una borsa a tracolla,
in una mano un soldino, dato da mamma o da nonna
e ci compro da Grifa una caramella o una castagna
e che l'eco dei rintocchi il vento si stava a portar
assieme ai balocchi e a quella tenera età.
Cara Capracotta, ora a quel posto c'è una macchina in sosta,
che brutta sorte.
Dindi dindi dindi, sembrava dir, dindo dindo dindà,
corri a scuola ch'è tardi già;
ora a quel posto c'è una macchina in sosta
che spruzza veleno e a me resta la pena!
Ah se potessi tornar a quella età d'allora,
pietra su pietra rifar, com'era quella tor,
sotto una fontanella, un orologio a metà,
alla cima croce e campanella, come allor farla suona'.
Risuonare alle nove, risuonare a mezzogiorno,
risuonare quando il sole dietro alla Maiella si nasconde.
Dindi dindi dindi, dindo dindo dindà, sembrava dir,
corri a scuola ch'è tardi già, l'Ave Maria sta a suona'.
Cara Capracotta, che brutta sorte,
ora a quel posto c'è una macchina in sosta
che spruzza veleno e a me resta la pena!
Mario Di Tanna