top of page

A me resta la pena!


Torre Capracotta

Era l'unico monumento, una secolare torre

di pietra, non di cemento, fatta con tanto sudore;

sotto una fontanella, e un orologio a metà,

alla cima croce e campanella, ogni quarto d'ora a suona'.

Cara Capracotta, ora a quel posto c'è una macchina in sosta,

quando da te ritorno e arrivo a quel posto

in alto mi rivolto e resto di stucco

e ripensando cammino, per il Corso o sul Colle,

mi rivedo un bambino, con una borsa a tracolla,

in una mano un soldino, dato da mamma o da nonna

e ci compro da Grifa una caramella o una castagna

e che l'eco dei rintocchi il vento si stava a portar

assieme ai balocchi e a quella tenera età.

Cara Capracotta, ora a quel posto c'è una macchina in sosta,

che brutta sorte.

Dindi dindi dindi, sembrava dir, dindo dindo dindà,

corri a scuola ch'è tardi già;

ora a quel posto c'è una macchina in sosta

che spruzza veleno e a me resta la pena!

Ah se potessi tornar a quella età d'allora,

pietra su pietra rifar, com'era quella tor,

sotto una fontanella, un orologio a metà,

alla cima croce e campanella, come allor farla suona'.

Risuonare alle nove, risuonare a mezzogiorno,

risuonare quando il sole dietro alla Maiella si nasconde.

Dindi dindi dindi, dindo dindo dindà, sembrava dir,

corri a scuola ch'è tardi già, l'Ave Maria sta a suona'.

Cara Capracotta, che brutta sorte,

ora a quel posto c'è una macchina in sosta

che spruzza veleno e a me resta la pena!


Mario Di Tanna

bottom of page