Carmela, Mela, Meluccia, un nome più adatto non poteva esserle dato; era un diminutivo e un vezzeggiativo insieme che rappresentava bene le proporzioni fisiche, ma anche la delicatezza della piccola donna.
La figurina s'incontrava raramente per le strade del paese, talvolta la si vedeva salire alle ultime case del quartiere di S. Giovanni e non passava inosservata, anzi attirava lo sguardo di ognuno per la grazia del suo corpo ben proporzionato, ma piccolo e lieve.
Scambiava qualche chiacchiera garbata con le altre donne distinguendosi per il viso rotondo e roseo di bambola, per le mani delicate che si stagliavano nelle vesti scure; proprio quelle mani conoscevano l'arte sapiente della tessitura come poche altre e ad essa Meluccia dedicava la sua vita di nubile, angelo laborioso.
Flora Di Rienzo
Fonte: F. Di Rienzo, Piccolo florilegio, Capracotta 2011.