Da mezzo secolo
credo, e non meno,
di un piccantissimo
lento veleno
tanto continue
furon le dosi
che fece un popolo,
tutti nervosi.
Non c'era un medico
per quella cura...
Il mal di origine
era l'arsura...
Mancava l'acqua!...
Si discuteva
spesso, e mai niente
si concludeva.
Molti rimedi
furon provati
da tutti gli uomini
autorizzati.
Meno le pillole
contro i sbadigli...
Ma, con lo sgombero
di quei "Consigli"
suonò la sveglia!...
I nuovi eletti
parlaron subito
di quei progetti
per l'acqua. E plaude
oggi il paese,
a loro e il Sindaco
che disse e chiese,
senza temere
niun sforzo duro,
pel proprio fisico,
a sé, lo giuro!...
Voglio e dev'essere
fu la sentenza,
pel ben di tutti,
giurata. E senza
temere ostacoli...
acqua alle fonti,
promise al popolo
Gregorio Conti.
Quel «voglio» ha un merito
tanto elevato
da far commuovere
chi avrà tentato
allarmi inutili,
con l'evidente
scopo del solito
non far mai niente.
Però cozzarono
con chi l'aiuto
l'ebbe col fingersi
da sordomuto!
E per quel chiudersi,
serrato bene...
poté gridare:
c'è l'acqua... viene...
Ma non fu facile
sfondar le porte!
Le molte chiacchiere,
l'avversa sorte,
i tempi critici;
tutto un assieme
tacevan perdere
coraggio e speme.
Vi son certi uomini
d'una pazienza
che non ha limite
si crede, e senza
troppo nasconderlo
dirò: son rari
quei che trascurano
i propri affari
pel bene pubblico
che li appassiona.
I fatti spiegano
che una persona
di questo genere,
col suo sincero
passo, non celere,
ma onesto vero,
che è il primo merito
dei tanti suoi,
fermo, inflessibile
l'abbiamo noi.
Salute al Sindaco
che il suo dovere
l'ha dimostrato
senza temere
nessun ostacolo
nei suoi confronti.
Vinse quell'ordine:
acqua alle fonti!...
(1935)
Nicola D'Andrea
Fonte: N. D'Andrea, Le poesie di Nicola D'Andrea, Il Richiamo, Milano 1971.