Era il lontano 1967 e avevo da poco compiuto 20 anni quando ricevetti la cartolina per partire a fare il militare di leva obbligatoria.
E così, il 19 ottobre partii per il C.A.R. (centro di addestramento reclute) di Imperia e, tre mesi dopo, fui assegnato al Battaglione Genio Pionieri Legnano di Pavia nella caserma "Nino Bixio".
Ed è proprio in quel luogo, durante l'alzabandiera del mattino, che conobbi Gianni Morandi.
Ci vedevamo quasi tutte le mattine e, dopo l'alzabandiera, ognuno di noi si occupava delle diverse attività che venivano assegnate.
Nel battaglione eravamo 450-550 uomini ed io e Gianni dormivamo vicini di branda in una camerata di circa 120-130 persone.
Gianni era magazziniere e passava il tempo a cantare e a suonare: proprio in quell'anno uscì la sua canzone "Chimera" (1968).
Era già piuttosto famoso e ricordo che quando eravamo in libera uscita, la sera, davanti alla caserma c'era tanta gente e tante belle signorine che abbracciavano e sorridevano a tutti.
Gianni a Pavia aveva sua moglie, Laura Efrikian, e al rientro in caserma spesso non era presente, così al contrappello si prendeva la C.P.R. (camera di punizione di rigore).
Tuttavia, la mattina all'alzabandiera era sempre presente.
Ricordo che la sera, quando era consegnato (in punizione), veniva allo spaccio della truppa dove si passava il tempo a guardare la TV in bianco e nero e a giocare a biliardino. Gianni era molto bravo a quel gioco ma anche al calcio.
Una sera, dopo una partita che aveva vinto ed io perso, Gianni disse improvvisamente che doveva andar via perché aveva un appuntamento a Milano.
Noi continuammo a giocare con la TV accesa a cui ogni tanto buttavamo uno sguardo.
Dopo circa mezz'ora, proprio in quella televisione in bianco e nero apparì Gianni! Rimasi sorpreso e mi chiesi come avesse fatto a spostarsi così velocemente per andare direttamente in televisione.
Tornando alla partita che avevo perso con lui, non pensavo di rimborsargli i gettoni ma lui, non appena rientrò, mi disse che dovevo ridarglieli, al che feci:
– Ammazza quanto sei tirchio!
Lui che era fiscale mi rispose:
– Mi dispiace ma il gioco è il gioco...
Arrivò il giorno del suo congedo e a me lasciò la stecca di 4 mesi, visto che lui era del I quadrimestre '67 ed io invece del III quadrimestre '67.
In quel periodo incise "Ciao Pavia", che diventò la nostra canzone, il cui 45 giri poteva essere acquistato presso lo spaccio della truppa. La canzone rimase impressa nei miei ricordi di quel periodo:
...ciao Pavia io vado via,
arrivederci, addio Pavia.
Parto, sono borghese,
ritorno al mio sognato paese...
Nel frattempo nel mio incarico 18/A (conduttore di automezzi), tramite uno specifico corso, passai a quello 54G (pilota di M113).
Eravamo 13 piloti tutti graduati e, al termine del periodo di leva, arrivò anche per noi il congedo.
Ciao Pavia!
Domenico Di Nucci