L'altro giorno, mentre mi accingevo a intraprendere la scrittura del nuovo intervento per questa rubrica, mi è sopraggiunto un dubbio amletico: Molise o non Molise, che cosa mi ricordo del Molise? Questo è il problema!
Appunto, che cosa mi ricordavo del Molise: quando sono andato a Vasto non ero molto distante da questa regione e quando mi sono recato a Lecce ci sono passato, in treno, sul litoraneo.
Il mio approccio con il Molise è tutto qui.
Poi avevo letto che una località montana di questa regione, in provincia di Isernia, si chiama Capracotta. Nel dubbio, visto il mio cognome, ho pensato, palesando qualche remora, che era meglio non rischiare la... cottura.
Allora ho provato a scandagliare tra le mie tante amicizie se qualcuna fosse di origine molisana ma non mi è venuto in mente nessuno.
Ero nelle condizioni di dover pensare a qualcosa che mi legasse al Molise altrimenti che cavolo scrivevo per la rubrica? Qui il rischio diventava grosso: l'involuzione "capriniana"... da Capra Enoica a Capra Astemia, a Capra Ignara... (capperi ho scritto tre volte Capra... non è che divento come Sgarbi e mi auto insulto?).
Ho anche pensato alla scuola... allora!
Geografia: è una delle regioni d'Italia (e fin lì ci arrivano tutti), ha due province (almeno fino a quando resistono, ma si sa in Italia non c'è nulla di più stabile di ciò che si vuole eliminare); quando ho iniziato le scuole era una regione monoprovincia dove Campobasso faceva da capoluogo unico. E mi ricordo che su vecchie cartine il Molise era accorpato in un unico ensemble con l'Abruzzo... il noto "Abruzzi e Molise", così come era stata concepita dalla Costituzione Italiana, ma mai attuata.
Per il resto buio completo.
Storia: ricca, interessante... me la sono riletta, non tutta, un riassunto, ma niente che destasse in me quel qualcosa che mi consentiva di accendere la lampadina ed esclamare ca...spita mi ricordo questo.
Ho solo incrociato (tanto per cambiare) la figura di Federico II di Svevia che quando scrivi di vini del sud appare ovunque.
Giuro che non siamo parenti e tra noi non ci lega alcun conflitto d'interessi o joint venture o conti a Panama, perché, anche se sono anzianotto, tra me e Federico passano circa settecento anni di differenze.
Ormai ero allo sbando.
Mi è venuta in mente anche la pasta, La Molisana, ma l'avrò acquistata giusto un paio di volte (quando era in offerta), nulla più.
Ho anche pensato di prendere un treno, arrivare in Molise, appoggiare i piedi in suolo molisano e ritornare immediatamente, giusto per avere un qualcosa da dire... ma se poi non posso, per i soliti motivi che mi hanno portato a diventare "La Capra Astemia", assaggiare alcun vino (e tanto meno succulenti specialità gastronomiche) cosa ci andavo a fare?
Ero già pronto a gettare la spugna (come sul ring l'allenatore di un pugile suonato) quando mi è sovvenuto che alcuni anni fa, una decina, frequentavo un locale alessandrino che proponeva una ricca carta dei vini con proposte di tutte le regioni italiche ed uno dei vini che ogni tanto degustavo (giusto una bottiglia, cenando) era il Molise Aglianico.
Eureka: trovato un aggancio che non era solo Federico II di Svevia (scusa Fede ma la tua presenza inizia a diventare un po' ingombrante).
Occasione questa per andare a leggere qualcosa su questo vino prodotto in un territorio limitato, i cui antenati (del vino) erano già patrimonio dei Sanniti, che appresero la coltivazione della vite da Greci ed Etruschi, coltivazione poi diffusasi ulteriormente con l'avvento dei Romani.
L'Aglianico, in particolare, fu introdotto in Italia dalla Grecia per mano dei Fenici (non mi pare tanto una novità) e fu decantato da Papa Paolo III (guarda caso un pontefice a cui piaceva il vino, il Santo Padre che convocò il Concilio di Trento, magari dopo una gran bevuta di Aglianico).
Potrei ora scrivere che il Molise Aglianico è un vino dal colore intenso, dal profumo gradevole e dal sapore armonico e morbido... proprio come la gente molisana (ma se non ne conosco nessuno di abitante del Molise come faccio a scrivere questa caz... cosa?).
Vorrei terminare, allora, questo inconcludente articolo con un proverbio molisano che dice: «Tale patre, tale figlie, tale vite, tale magliuolo» (traduzione: "Tale padre, tale figlio, tale vite, tale tralcio")... e leggendo qua e là del Molise Aglianico ho notato il grande attaccamento che i produttori del posto hanno per la loro terra, un attaccamento che si tramanda di padre in figlio e che ha permesso di mantenere «una natura che vigila sulla storia e sulla civiltà millenaria del Molise».
Eh sì! Mi è proprio venuta voglia di andarci...
E per ora continuiamo a vivere di ricordi... anche quando questi non ci sono: ma noi italiani siamo bravissimi a viaggiare con la fantasia (a volte solo con quella)!
Fabrizio Capra
Fonte: https://rpfashionglamournews.com/, 21 dicembre 2018.