Capracotta è un comune con poco più di 800 abitanti a 1.421 metri di altitudine che lo rendono il comune più alto dell'Appennino dopo Rocca di Cambio. La provincia è quella di Isernia e la superficie comunale è di 42,55 kmq. Gli abitanti di Capracotta si chiamano capracottesi.
Le origini del nome seguono varie ipotesi; una di queste è la combinazione dei due termini italici kapp, luogo alto, e kott, luogo roccioso; un'altra è la combinazione dei due termini latini castra cocta, accampamenti protetti da una recinzione in mattoni.
Per altri il nome proviene dalla fondazione della località da parte dei Longobardi che per tradizione religiosa sacrificavano una capra al loro dio Thor e ne mangiavano le carni appena insediati in un luogo conquistato. L'ultima ipotesi è legata alla consacrazione di tre capre in onore di Gaio Aurelio Cotta che nel 200 a.C. divenne secondo console nello stesso momento in cui venivano inviati dieci commissari ripartitori nel Sannio per spartire le terre requisite ai Sanniti; per questo il nome originario sarebbe stato Caprae Cottae, le capre di Cotta.
La presenza umana nel territorio di Capracotta risale al Paleolitico e sono stati trovati strumenti di caccia dell'uomo di Neanderthal. Il primo insediamento stabile si ebbe nel IX secolo a.C. e fu scoperto con degli scavi che mostrarono delle capanne circolari che nel I sec. d.C. divennero edifici in marmo. La Capracotta attuale nacque sullo sperone della Terra Vecchia ad inizio Medioevo durante la conquista longobarda del Sud Italia. Ai Longobardi nei secoli successero i Normanni, gli Aragonesi, il Regno delle Due Sicilie e nel 1860, con lo sbarco di Garibaldi, Capracotta passò al Regno di Sardegna che nel 1861 divenne Regno d'Italia e da allora segue le sorti dello Stato italiano.
Appena annessa al Regno d'Italia si ebbe un forte aumento delle tasse che favorì l'esplosione del brigantaggio nei dintorni e nel tempo anche il fenomeno dell'emigrazione. La Seconda Guerra Mondiale portò bombardamenti e la popolazione dovette sfollare verso le regioni più a sud e quando nel 1945 gli esuli tornarono si misero a ricostruire il paese, ma poi ricominciarono a emigrare verso il Nord Italia o i paesi dell'Europa Centrale e questo fenomeno si è arrestato a inizio anni Settanta.
Dopo gli anni Cinquanta il paese fu ricostruito e vi fu installato un impianto sciistico sul Monte Capraro che diede impulso al turismo, che già a fine Ottocento attirava l'aristocrazia napoletana e roimana. Capracotta fu citato anche nel film "Il Conte Max" di Alberto Sordi quando il celebre attore la definiva la Piccola Cortina d'Ampezzo degli Abruzzi. Nel marzo del 2015 in 17 ore sono caduti più di due metri di neve, con i quali è stato battuto il primato della località statunitense Silver Lake nel Colorado, che raggiunse 193 centimetri nel 1921.
Nel comune sono presenti svariate chiese, tra queste la Chiesa di Santa Maria in Cielo Assunta costruita nel 1725 su rifacimento di una precedente e dotata di alcuni dipinti; la Chiesa di Sant'Antonio di Padova del Settecento con tele di scuola napoletana e statue dei santi; la Chiesa di San Giovanni Battista nella parte alta con campanile a vela; la Chiesa di giuspatronato di San Vincenzo Ferreri con facciata semplice a capanna; la Chiesa di Santa Lucia di Siracusa del Settecento, chiesa campestre fuori del paese con campanile a vela e il Santuario della Madonna di Loreto presente già dal 1622 e ricostruito nel 1950 dopo i bombardamenti in stile negromantico e neogotico dal quale partivano gli armenti durante la transumanza.
I cognomi più diffusi a Capracotta sono Carnevale, Paglione, Di Nucci, Di Rienzo e Sozio. I dolci tipici di Capracotta sono re ceciariéglie, delle sfere a base di farina, zucchero, burro e uova, sale e rivestite dopo la frittura in olio bollente con del miele di alta montagna, tipici del Carnevale.
Nonostante tutte queste attrattive e la possibilità di sciare in inverno e fare vacanze estive, anche Capracotta è soggetta a spopolamento e iscritta a pieno diritto nell'Italia vuota. Ma nel settembre del 2019 si è mosso qualcosa nella Regione Molise per attrarre nuovi residenti nei comuni con meno di duemila abitanti dei quali Capracotta è parte. La Regione Molise ha introdotto il reddito di residenza attiva e lanciato un bando pubblico il 16 settembre del 2019 con scadenza il 30 novembre per i comuni sotto i 2.000 abitanti con 700 euro a chi sceglierà di prendere la residenza o aprire un'attività per almeno cinque anni nei comuni a rischio spopolamento fino a un massimo di 24.000 euro in tre anni con rate da 8.000 euro l'anno dei quali Capracotta è parte. In data 8 settembre il Consiglio Comunale di Capracotta capeggiato dal sindaco Candido Paglione ha approvato un ordine di fiscalità di vantaggio per attività commerciali e artigiani presenti. In Molise e a Capracotta si sta provando a fare qualcosa, ora bisogna vedere se questo provvedimento arginerà lo spopolamento.
Marco Riccardi
Fonte: M. Riccardi, L'Italia vuota, Ali Ribelli, Gaeta 2020.