Mons. Giandomenico Falconi (1848-1862) di Capracotta, Vescovo di Eumenia in partibus infidelium, fu prima Arciprete di Acquaviva delle Fonti.
Il Papa Pio IX con Bolla del 16 agosto 1848, promossa da Re Ferdinando II, unì æque principaliter le due Chiese nullius di Altamura e di Acquaviva e Prelato di entrambe fu nominato Giandomenico Falconi, il quale morì a Capracotta il 24 dicembre 1862.
Queste le notizie del Lorena.
Il surriferito Canonico Ciccimarra, nella stessa opera citata, confermando le suddette notizie, aggiunge: «Mons. Falconi fu senza dubbio un Prelato di energia e di grandi idee; quegli che fondò il grandioso Seminario e che restaurò completamente la Cattedrale; ma ebbe la disgrazia di vivere in tempi politici difficili e burrascosi. Il laicismo locale imperante fu il suo maggiore nemico che lo contrastò e perseguitò a morte, fino a fargli prendere nel '60 la volontaria via dell'esilio, per cui gli ultimi anni di vita egli li passò in Capracotta, sua patria, ove morì. Fu allo inizio del suo governo che, ad accrescere più lustro alla Chiesa di Altamura, furono creati i due Uffici di Penitenziere e di Teologo, ai sensi del Tridentino».
Il restauro fatto alla Cattedrale, indubbiamente per renderla più bella, se allora sembrò ben fatto, se ancora appaga l'cchio di qualcuno, se seguì il corso della moda di quei tempi, in realtà le tolse il pregio artistico primitivo, perché le dorature e le stuccature eseguite guastarono lo stile.
Ben si farebbe, come del resto si è fatto in altre Chiese, che subirono le stesse innovazioni, se si togliesse tutto ciò che è di posticcio per rimettere in evidenza le antiche originarie bellezze.
Dopo la morte di Mons. Falconi la Chiesa altamurana fu per ben sedici anni (1862-1879) governata dal Vicario Capitolare Don Diego Labriola, Cantore di S. Nicola di Altamura, uomo di aurei costumi che sarà lungamente ricordato e desiderato dai suoi concittadini.
Vincenzo Vicenti
Fonte: V. Vicenti, I prelati di Altamura, a cura di D. Denora, Schena, Fasano 1987.