La notte del 23 Febbraio, dopo breve e fatale malattia, l'inesorabile morte rapì all'affetto dei congiunti e degli amici Pasquale Antenucci.
Servì degnamente la patria molti anni fa, congedandosi col grado di Furieremaggiore di Cavalleria, ed in paese, datosi operosamente al commercio, seppe crearsi una modesta quanto invidiabile posizione sociale.
Fu tetragono alle molteplici avversità che lo colpirono nell'odissea della sua vita, massime per l'immatura morte di due distinte compagne. Onesto negoziante, amico impareggiabile e generoso benefattore, lascia un vuoto incolmabile in coloro che lo conobbero.
Le esequie furono imponenti, e col concorso della musica cittadina, tutto il popolo rese con un vero plebiscito di dolore l'ultimo tributo di affetto al caro estinto. Municipio, di cui era Consigliere, Circolo d'unione, Tiro a segno, Sodalizii ed altre istituzioni erano largamente rappresentate.
Con la morte di lui, a 50 anni, un vecchio e rispettabile padre rimane nella desolazione, e due cari e piccoli bimbi restano organi al mondo, affidati - per fortuna - alle cure di buoni parenti, ai quali arrechi conforto il pensiero che nel ferale silenzio dell'avello Pasquale non rimarrà solo, ma gli aleggerà costantemente il ricordo mesti ed imperituro degli amici!
Ferdinando De Matteis
Fonte: Interprete, Corrispondenza da Capracotta, in «Il Grillo», X:8, Isernia, 24 marzo 1895.