In queste ore le cronache - locali e nazionali - si occupano dell'Italia centrale raggiunta bufere di neve, con problemi di circolazione, paesi isolati, interruzione di elettricità e altri servizi. L'innevamento è particolarmente pesante in Abruzzo e in Molise. A Schiavi d'Abruzzo la coltre di neve ha raggiunto i due metri di altezza. In tempi non lontani queste situazioni si presentavano in modo decisamente più frequente e in termini ancora più drammatici di oggi. Si ricorda ancora spesso la grande nevicata del '56, tramandata ai giovani di oggi. Un'altra nevicata, ancor più pesante colpì l'Abruzzo nel durissimo inverno del 1954. Un documentato articolo apparso il 20 febbraio 1954 sul settimanale "Le Ore", titolato "L'Abruzzo assediato", riferiva del dramma vissuto dai paesi abruzzesi, con 150 comuni di montagna da quasi due mesi senza luce elettrica, isolati, con le popolazioni che sopravvivevano a stento al gelo e alla fame. Le alte muraglie di neve impedivano i soccorsi, mentre solo dal cielo era possibile lanciare saltuariamente cibo e farmaci. A Capracotta la neve raggiunse i sei metri. I tre inviati - Franco Manocchia, Dido Tiboni e Franco Bratta - che forse hanno potuto seguire la difficilissima situazione dell'Alto Vastese, unendosi ad un piccolo gruppo di soccorritori, di cui facevano parte due medici di Vasto, partiti a piedi verso le aree interne - colgono nel loro articolo sulla rivista milanese - che si definiva «settimanale fotografico d’informazione politica e letteraria» - un elemento comune presente nelle popolazioni locali: la solidarietà, evocata con accenti mitici.
Tagliati fuori da ogni strada, assediata dai lupi, gli abitanti hanno trovato in se stessi la solidarietà per sopravvivere e resistere all'inferno bainco dal quale si sono trovati sommersi.
Le immagini dei volontari soccorritori sono tratte dall'articolo citato. L'immagine del paese si riferisce a Capracotta (a 1.421 m. di altezza).
A. Bini
Fonte: https://www.facebook.com/, 7 gennaio 2017.