Ahi! dove amor Ti spinge, o mio diletto,
e come in questo fien trovi ricetto?
Ma Tu gemi, e Tu già tremi di rigore! Ahi mio Bambin,
vieni e T'assonna:
Ti scalda nel mio seno e fa' la nonna.
Mi guardi, e poi sospiri! Ah mio Signore,
intendo che vuoi dirmi: è freddo il core!
Ma al Tuo sguardo già tutt'ardo, tutto avvampo ormai per Te:
caro Ti assonna,
riposa in questo core e fa' la nonna.
Ai flagelli, alle spine ed agli estremi
tormenti pensi forse, e perciò tremi?
Ah! bambino tenerino, alla croce non pensar:
per or Ti assonna
sicuro in questo petto, e fa' la nonna.
Non più temer di me: qual fui non sono
se fia che ai falli miei rechi il perdono.
Io lo imploro or che Ti adoro in Tua culla o mio Gesù.
Quindi Ti assonna,
dolce Bambino mio, fatti la nonna.
So che dormir non dèi, se non nel seno
d'un innocente o d'un pentito almeno.
Son pentito, son contrito, della colpa sento orror:
perciò Ti assonna,
caro Bambin Gesù, fatti la nonna.
Accetta il mio dolore. E quanto, o Dio,
il sonno Tuo fia dolce al pianto mio:
mai lasciarTi, sempre amarTi, Ti prometto o mio Bambin;
dunque Ti assonna,
chiudi le belle luci e fa' la nonna.
Giuseppe Di Ciò
Fonte: L. Campanelli, La Chiesa collegiata di Capracotta. Noterelle di vecchia cronaca paesana, Soc. Tip. Molisana, Campobasso 1926.