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Novella della nuova confessione


Tommaso Grammatico
Tommaso Grammatico sul frontespizio dei "Do.Tho.Gra.Vota".

Suole la sagia et discreta, ante, mayestra natura in li più alpestri lochi et regiune inpracticabile rari homini de alcuna perspicacia de ingegno et practica produre, li quali per quello precedeno li altri per il che in lor fede sensa altra difficultà tucto il resto de la turba securamente posar se conviene. Né se ritrova frustatoria questa invencione de natura ad alcune persune che sequeno le orme de Minerva et soi spirti liczadri, quando a le volte per transito in simili lochi albergar li succede, per che soglyono più fiate da tal persune de colorato ingegno amorosamente essere in loro propii alberghi racolti, honorati et reveriti, con comunicare etiamdio ad quelli parte de loro accidenti non sensa satisfaccione de le ambe parte. È da comendarese donque la natura inventrice de tanto acto laudabile et aprobato.

Accade che essendome io, per quietare alcune differencie intra magnate e nobile persune, in la asperrima e ritrosa Provincia aprutina condocto, et arrivando al loco più hoccurrente de una de le parte nominato Capracocta et ivi alquanto dimorato, per satisfacione de l'altra me parve conveniente conducerme a suo loco nominato il Pesco, per servare la equalità et bene intendere le ragiune de ciaschuno. Et per essere io prima stato accinnato de una nova confexione in quelle bande, de moderno stile et acutissima exquisicione, concertata intra il venerabile priore de San Luca del Pesco e lo condam abbate de Sancto Angelo, deliberai con ogne mia industria pervenire a la ultima intelligencia del facto per potere de quello havere verdatera noticia et cognicione; e ancora con intencione de quella fareme, si possibil fosse, da uno de li propii autori per sua bocca publicandola racontare. Onde arrivato io al Pesco et in casa del medesimo priore, non sensa alcuni mocti et canzone de piacevole note et amorosi accenti per el camino, a la usanza del paese con el dicto priore de conpagnia albergato, poi de molti ragionamenti il transcurso finito, fo del disnare la hora apropinquata; tal che ultimamente per suo ordine in la mensa assentati, il predicto priore ultra modo diligente sollicitando le vivande or qua or là con difficultà haverese et per pochissimo spacio a pena se possea como ad homo sollicito et de molto recapito. E intanto che sero, sua juvenile etate, rubicondo et fresco volto et parlare affabile non solum alcuna jovane de tenera etate o vero de acta et venusta forma, ma qual se voglya altri de anni inveterata, ançi decrepita et de horrendo aspecto, in brevissimo spacio de tucti soi peccati plenariamente exculpata haveria. Finalmente, essendo jà a presso nocte, il magnare accapato e la casa evacuata de genti, comenzai io dextramente con alcuni mocti o ver proverbii soliti usarenose per epsi e suo prenominato conpagno a tentarelo, per haverene io prima de bona parte de epsi veridica informacione consequita, con dimostrareme molto desideroso intenderne tal qual fosse la nova forgia de loro concertata confexione; presupponendole ancora quanto alhora fosse il tempo congruo de narrarela, acteso che la mensa e lecto se suole vulgarmente essere confexione de noi fragili mortali conprobare, inmo tortura che a tale confexione ne induce. Onde che 'l venerabile padre accorto de la occulta voglya mia, la quale non a me celata, ançi non tanto io de intenderela quanto molto più ardentemente desiderava in manifestarela, inmo, per quanto conprender posso, me parve che mal contento o più presto degiuno de tale invencione lui essere stato vorrebe quando che a noticia de molti non esser pervenuta certo stato fosse.

Tandem, remoti con honesta licencia alcuni circumstanti dal loco per il medesimo priore, et anche reserrate le porte de casa per non essere in la vulgar gente altramente sua pratica divulgata, comenczò ad aprireme il secreto de la nova confexione nel subsequente modo.

– Signor mio, con protestacione parlando de havere, se per non decto, ve fò intendere como in li anni proximi preteriti in questa terra del Pesco non vi era altro sacerdote che io e como, per certo tener se deve, inpertinentemente se pote fare il nostro officio o vero exercicio sensa conpagno, per posseremo purgati de nostre culpe, como è debito, e le messe e li altri divini officii, como tenuti semo, sensa mondicia celebrare e satisfare anche a la plebe. Per il che essendo qui dai presso, in lo castello de Sancto Angelo, per uno miglyo da qua distante, uno mio conpagno magiore et observandissimo, cuius anima requiescat in pace, nominato lo abbate de Sancto Angelo, a mia natura e costumi non poco conforme e del cui non sensa ardentissimi suspiri et amare lacrime rimembrare me posso, deliberai con epso totalmente affratellareme e disponere li facti mei a tal che, unitamente insiemi jonti lo uno socto la ombra de l'altro, con reciprochi suffragii le cose nostre non havesseno ad venire in altra publicacione e a tal che ne scirent laici quod facerent clerici. E cussì, facto el pensieri e quello ad debita execucione mandato, molte e più volte insiemi jonti, a le hore congrue intra noi deputate, ne ritrovaimo a visitare le nostre usitate clientele, le quale appresso qui in uno altro castello, per la absencia de lor conjunti in le parte più calde de la Puglya per propagare loro gregi et armenti, con non poco desiderio ne aspactavano a ciò che, in loco de li absenti, a lloro extremi bisogni subvenir dui essemo, como è de noi altri sacerdoti lo officio, sensa inperò lo uno la jurisdicione de l'altro in alcuna cosa turbare, come in la dolce e vera amicicia observar se convene. E continuando per molto tempo con carità tal practica e la nostra consiencia da la sinderesi stimulata ritrovandose, de doveremo alcuna volta inmondi celebrare propossemo. E acteso molte e più volte lo uno in absencia de l'altro, da lo appetito vinto, in tal visitacione se ritrovava e, per la prenominata distancia da Sancto Angelo al Pesco e fredo e neve per la asperità del paese, parendone greve lo uno l'altro personalmente visitare per confexarmone, el successivo expediente ritrovar ne consultaimo; ché havendo io uno cagnolo in casa longamente allevato, per la continuacione de nostra amicicia, più volte partendose voluntariamente dal Pesco a Sancto Angelo in casa de l'abbate andar soleva dove, como a cosa del caro amico, volentieri veduto ve era et accarizato e de magnare et altri altri cianci, como è solito farese a simili animalecti, provisto. E deliberando uno dì fra gli altri fare del cagnolo experiencia, scripsi io alguni mei peccati in una cartuccia e, quella alligando socto la gola dentro al collaro del cane, gridandolo con strepito de le mano e de pedi fuori de casa cacciar lo facea a tal che se ne andasse, como de li cani è solito, donde acarizati vi sono. E concertato il facto e dato prima lo ordine con lo abbate, che del cane se avedesse dentro al collare recercandolo, quello andato a sua casa subito che sgridato vi era, et per lui recercato, li ritrovava la cartuccia; qual de poi, per lui lecta, la conveniente absolucione con la debita penitencia, tale quale considerare se pote, me rescrivea, realligandola al modo predicto intra il collaro del cane, reposta subiugendove versa vice le più volte parte de soi peccati, de li quali poi, visti e lecti, per me se li ritornava la condegna absolucione. Et cussì per certo spacio de tempo continuata tal practica, succese che 'l cane, non sensa dispiacere e comune lacrime de ciaschuno, se morìo, de modo che fuimo altro recapito ritrovare necessitati. Et presertim da una serra altissima, ove una grande arbore de noce vi era, dal cui molto da lungha se possea la proposta e la resposta gridando con bona voce intendere. E cussì, dato intra noi lo ordine e deputata la hora e tanti e tali dì de la septimana, io me conferea a la noce e lo predicto abbate a certo piano distante da Sancto Angelo ove uno de noi, chi più bisogno de confexarese tenea avante che celebrasse, vi andava et havendo lo aspecto de l'altro, con voce alta et forsata, gridando diceva: "Puro quelli! Puro quelli!", designando claramente la noticia che lo uno de peccati de l'altro havea; e cussì, bene inteso de l'altro, se replicava similmente ad alta voce gridando: "Puro quella penitencia! Puro quella". Et in progresso de alcuni dì, previsti ambi doi, da li circumstanti del paese et transeunti essendo intesi et dubitando in tal modo non essermo, continuando, da le vulgare et ignorante eciam persune intesi, in lingua latina, usando le propie parole del sacerdote, parlar deliberaimo; de modo che venendo lo uno de noi a l'altro al deputato loco, altamente gridando diceva: "Refeci! Refeci!", dimostrando iterum quel medesmo che prima facto havere. Et e converso per il confexore, come a collui che optimamente haverelo inteso dimostrando, se replicava: "Parcat tibi Deus! Parcat tibi Deus!"; usando simili termini per molti e continuati tempi e fin che la invida, inportuna e crudel morte venne a truncare el filo de la Parca de lo infelice abbate, per la cui morte fu seperata tal sancta et inveterata amicicia et practica circa tal nova forgiata confexione obmissa da tanti sacri e sancti padri e teologi quali tam plene et diffusamente de confexione scripto haveno. Or cape tanto errore in mente humana!


Tommaso Grammatico

(a cura di Francesco Sica)

 

Fonte: T. Grammatico, Opere diverse inedite in rima e prosa, a cura di F. Sica, Edisud, Salerno 1989.

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