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«Per ogni dove squallor discerno: questo è l'inverno»


Gennarino Paglione

Parafrasando il cantautore Antonello Venditti, si può affermare che certi libri non finiscono, fanno dei giri immensi e poi ritornano. Il caso è quanto accaduto ad Antonello Iannotta che, rovistando tra i ricordi del bisnonno, ha ritrovato un logoro "Secondo libro di lettura per le Scuole popolari austriache" compilato dal consigliere di reggenza Giuseppe Defant, con la collaborazione degli insegnanti Giuseppe de Manincòr, Francesco Mosna e Lorenzo Gonano, e edito nel 1903 dal Deposito Libri Scolastici di Vienna: evidentemente si tratta di un sussidiario per gli alunni di lingua italiana dell'Alto Adige, per coloro che vivevano in quella terra di mezzo che Austriaci ed Italiani rivendicavano ma di cui nessuno realmente si prendeva cura.

Ora, avere tra le mani un vecchio testo scolastico non è un'esperienza particolarmente trascendentale, se non fosse che a pagina 32 v'è un appunto a matita che mi ha fatto strabuzzare gli occhi. Si legge chiaramente:

Questo libro gli abbiamo letto io, Giovanni e Paglione Gennarino di Capra Cotta in zona di guerra nel 1918 nella Venezia Giulia e Trieste e Monfalcone.

A quanto pare, in un italiano infantile e maccheronico, il bisnonno di Antonello Iannotta, nei tremendi giorni della guerra di trincea, ha sfogliato quel libro assieme a due compagni, uno dei quali si chiamava Gennaro Paglione, un capracottese che effettivamente partì soldato e che tornò sano e salvo nel 1918.

Sulla pagina successiva a quella dell'annotazione comincia una dissertazione sulle stagioni, per lo studio delle quali i curatori, attentissimi ai segni grafici, scelsero il seguente componimento:


Di vaghi fiori s'adorna il prato;

torna la rondine al nido amato;

canta d'amore la capinera:

è primavera.


Ardente è il sole, i campi d'oro

miete il villano, ferve il lavoro;

il dolce rezzo voi ricercate:

ecco l'estate.


Di bruni grappoli carca è la vite;

cadon le foglie inaridite;

cerca la rondine lontane arene:

l'autunno viene.


Fiocca la neve, è fosco il cielo;

il poverino muore di gelo;

per ogni dove squallor discerno:

questo è l'inverno.


Guarda caso l'appunto in lapis di un milite capracottese alle prese con la bufera della guerra si va a fissare su una pagina lisa ove son cantati i rigori dell'inverno. Mi sembra di sentirlo Gennarino Paglione, capracottese robusto, che sotto il fuoco nemico, con una lacrima di troppo a rigargli il viso di fango, ripete tra sé e sé: «Per ogni dove squallor discerno: questo è l'inverno»...


Francesco Mendozzi

 

Bibliografia di riferimento:

  • G. Defant, Secondo libro di lettura per le Scuole popolari austriache, Dep. Libri Scolastici, Vienna 1903;

  • V. Di Nardo, Capracotta e la memoria della Grande Guerra: 1916-2016, Capracotta 2016;

  • F. Mendozzi, Guida alla letteratura capracottese, vol. I, Youcanprint, Tricase 2016.

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