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L'organo "gemello" di Carunchio


Organo Carunchio
L'organo ligneo di Carunchio (CH).

L'organo della Chiesa di S. Giovanni Battista in Carunchio è stato realizzato nel 1775 da Francesco D'Onofrio, maggiore esponente della omonima famiglia di organari presente già in Poggio Sannita a partire dal XV secolo ma di cui abbiamo testimonianze relative all'attività a partire dal 1733 con la realizzazione dello strumento collocato nella parrocchiale di Castelbasso e attiva fino alla fine del XIX secolo. Posizionato originariamente sopra l'ingresso, sostituisce un precedente strumento del 1694 opera di Liberatore Pallotta di Agnone e venne successivamente collocato nella cantoria absidale sovrastante l'altare maggiore per preservarlo dai fulmini e per la maggiore resa sonora, ove trovasi attualmente. È stato restaurato nel 1998 da Inzoli di Crema.

Siamo davanti ad un "gemello" del "Principalone", sia nell'estetica del prospetto che della parte fonica. La dotazione dei registri è identica, specie nel registro di Principalone 16, su cui si basa tutta la piramide sonora con la presenza dei registri espressivi di uccelliera, tremolo e tamburo, una volta presenti, molto probabilmente, anche su quello capracottese. Personalmente confermo questa ipotesi ricordando la presenza degli "incastri" per le manette di tali registri che, tappati, facevano mostra sulla consolle del "Principalone", stimolando la mia curiosità di giovane organista.

Come a Capracotta, anche in quello di Carunchio gli angioletti suonanti la tromba, posti ai lati della facciata, nascondono i registri della zampogna (o bordone/regale fisso), che i capracottesi chiamano affettuosamente "scopina", chiaramente creati per l'uso Tempore Natali. Identica la meccanica a tirante e pedaletto del tiratutti. Il somiere maestro, la cassa su cui poggiano le canne, che dà transito al "vento" e ospita i meccanismi di alimentazione comandati da tasti e registri, è sdoppiato, mentre a Capracotta è unico.

Il prospetto è, come a Capracotta, a tre fornici mostranti le prime canne del registro di Principalone; tuttavia, personalmente, l'organo della collegiata di Capracotta dà maggiore risalto allo svettare delle medesime che nel gemello appaiono soffocate.

Chiudendo gli occhi ed ascoltandone il suono si dimentica di essere a Carunchio e si ha la sensazione di esser stati teletrasportati nella cantoria di Capracotta. La voce è garrula e civettuola, tipica degli strumenti D'Onofrio, quasi unica in tutte le famiglie organarie italiane. Tre mantici a cuneo, oggi coadiuvati da un elettroventilatore, provvedevano alla creazione del vento come anticamente a Capracotta.

Prossimamente fornirò altre informazioni su questi splendidi strumenti, sui loro costruttori e - perché no? - sulle impressioni di un organista di provincia!


Francesco Di Nardo

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