I protagonisti di questa storia sono padre Marcello da Campozillone, al secolo Enrico Lepore, e padre Luciano De Paola da Capracotta, entrambi transitati tra il 9 settembre 1961 e il 30 giugno 1966 nel Convento dei frati minori cappuccini di Isernia. La loro vita monacale - e l'amicizia che li legava - li ha soprattutto avvinti a una delle figure più carismatiche del francescanesimo moderno, quella di san Pio da Pietrelcina, al secolo Francesco Forgione (1887-1968), quando i due frati oravano e predicavano tra le mura del Convento di S. Giovanni Rotondo, con padre Marcello e padre Luciano che si occupavano principalmente di regolare l'ordine delle (innumerevoli) confessioni con Padre Pio.
Di san Pio, oltre ai miracoli e ai prodigi compiuti, si raccontano centinaia di aneddoti, tutti molto divertenti. E uno di questi coinvolse proprio il casertano padre Marcello e il capracottese padre Luciano.
Padre Marcellino Iasenzaniro, biografo di Padre Pio, racconta nel suo libro che questi, «nel partecipare al momento conviviale, stava attento a quanto avveniva o si diceva a refettorio». In un freddo pomeriggio d'inverno padre Luciano e padre Marcello, allora giovani sacerdoti alle prime armi, per allentare la tensione del lavoro che svolgevano intorno al venerabile Pio, decisero di compiere un'escursione sui monti garganici che sovrastano il convento. L'aria era particolarmente gelida e, per riscaldarsi, i due fraticelli pensarono bene di portarsi dietro una fiaschetta di centerbe, un liquore abruzzese ad alta gradazione alcolica, pari a circa 70 gradi. Salendo sulla montagna, assaggiavano di tanto in tanto un sorso del micidiale distillato.
Il giorno dopo ognuno riprese il proprio lavoro, con padre Marcello a mettere ordine al confessionale delle donne, «che quella mattina sembrano particolarmente irrequiete, tanto che è costretto ad alzare sovente la voce, per ridurre alla calma le più vivaci».
A mezzogiorno tutti a mensa.
Padre Marcello, nell'assaggiare le pietanze, si accorse che la sua lingua era diventata insensibile ai sapori, per via del centerbe tracannato il giorno prima. Forse era ancora un pochino ebbro e a padre Luciano - che mangiava di fronte a lui, all'altro capo del refettorio - alludendo al liquore, gridò:
– Sento la lingua come bruciata.
A quel punto intervenne Padre Pio, seduto al centro:
– È perché stamattina hai parlato troppo al confessionale!
Padre Marcello, che di solito aveva la battuta facile, decise di non replicare, perché se avesse tirato in ballo la storia del centerbe avrebbe di sicuro "avuto il resto" dal corrosivo Padre Pio!
Francesco Mendozzi
Bibliografia di riferimento:
M. S. Calò Mariani e P. Corsi, Foggia medievale, Grenzi, Foggia 1997;
A. Dalla Serra, Memorie storiche dei cappuccini della provincia di Sant'Angelo, a cura di A. da Ripabottoni, Curia Provinciale dei Cappuccini, Foggia 1988;
M. Iasenzaniro, Padre Pio: profilo di un santo, vol. II, Padre Pio da Pietrelcina, S. Giovanni Rotondo 2009;
F. Mendozzi, Guida alla letteratura capracottese, vol. I, Youcanprint, Tricase 2016.