Mio padre Nicola Mendozzi (1949-2017), assieme al suo grande amico Luigi Parini (1949-1996) di Agnone, è stato il primo capracottese a depositare un brano originale di musica leggera presso la Società italiana degli Autori ed Editori (SIAE). Correva l'anno 1969 e la canzone s'intitolava "Il mare in settembre". Se i parolieri erano i due citati altomolisani, la musica fu invece composta dai Ruthuard, ossia Giuseppe Damele (1928-2012), autore di indimenticabili canzoni de Le Orme, ed Elvio Monti, arrangiatore dei primi successi di Fabrizio De André. All'epoca, "Il mare in settembre" ebbe vari passaggi in radio, dapprima nella trasmissione "Biliardino a tempo di musica" ed in seguito ne "Il mattiniere" di Adriano Mazzoletti.
Quella prima esperienza, pubblicata sia su 45 giri che su LP, diede l'avvio alla stesura di altre canzoni, da "Ridono di te" ad "Amore che mi dai", passando per "Una calda estate", "Io se non piangevo mai" - incisa da I Notabili su musica di Italo Salizzato (1941-2019) -, "Cosa c'è di vero" e "Pattini d'argento", pubblicate da Golden Record. Per la coppia Mendozzi-Parini, negli anni a seguire, arriveranno gli incontri coi direttori d'orchestra Antonio Coggio, Gian Franco Reverberi e Piero Pintucci, la corrispondenza con l'indimenticato cantautore e talent scout Herbert Pagani, nonché la presentazione dell'acetato "Una sera ricorderai" per il Festival di Sanremo del 1970.
Contemporanea e di maggior visibilità fu l'avventura della cantante capracottese Raffaella Perruzzi che, assieme ad Oscar Avogadro, Luciano Bertagnoli e Mariuccia Sgroi, ha fatto parte, tra il 1969 e il 1971, de I Protagonisti. Con cinque 45 giri all'attivo, questi parteciparono nel 1970 a "Un disco per l'estate" e, nel 1971, presentarono un brano per il Festival di Sanremo. La Perruzzi lasciò la band per inseguire la carriera solista, ritornando nel 1972 a "Un disco per l'estate" col brano "Cenerentola", fuoruscito dalle preziose penne di due giovani cantautori, Edoardo De Angelis e Francesco De Gregori, e pubblicato dalla It.
Nel caleidoscopico mondo musicale dei favolosi anni '60 - che si prolungò ben oltre il decennio di riferimento -, va infine menzionata un'esperienza tutta interna a Capracotta, che si mosse prevalentemente nei suoi locali a partire dai primi anni '70: quella dei Vaga 7, la prima e più completa band nata nel nostro paese.
I membri originari del complesso erano ovviamente sette: Antonio "Ciaciùcche" Evangelista (basso), Antonio "Cannalóne" Vizzoca (chitarra), Carmine "l'Arceprète" Angelaccio (batteria), Ennio "d'Onorìne" Di Tanna (fisarmonica e leader), Fernando "d’Aŝtòlfe" Evangelista (tastiera), Francesco "Ciccio" Di Nucci (chitarra solista) e Mario "Bettóne" Comegna (voce). È triste rilevare come buona parte dei componenti siano deceduti prematuramente.
Il repertorio dei Vaga 7 andava da Peppino Di Capri a Little Tony, passando per il beat radiofonico dei Camaleonti, dei Dik Dik e dell'Equipe 84. Si trattava, insomma, di cover che i nostri interpretavano con grande impegno e talento, cercando sempre di dare un tocco personale ai brani.
Per meglio comprendere quale fosse l'humus artistico del periodo, basterà dire che la vicina Agnone conobbe la nascita di cinque complessi, il più famoso dei quali resta quello dei The Pab (Panonda Association Band), nato nel 1968 per mano di Eduardo De Simone, Lino Mastronardi, Michele Delli Quadri e Pasqualino De Martino, seguito da I Serafici (Anastasio Tricarico, Ciro Amicone, Florenzio Anniballe e Settimio Busico) e dagli Enonga (Agnone scritto al contrario), composto da Antonino Di Rienzo, Domenico Di Pasquo, Franco Gerbasi, Graziella Di Sabato, Nino ed Antonio Labbate e Renzo Rossini. Vita breve ebbero invece I Falchi (Giulio Bucci, Giuseppe Di Gennaro, Giuseppe Gigliozzi, Michelino Marcovecchio, Nicolino Di Sabato e Raffaele Catolino), nati nell'ottobre del '68, così come I Doors 69 (Enzo De Lucia, Franco Leone, Geppino De Lucia, Giulio Bucci, Michelino Marcovecchio e Walter Latino).
Nella seconda metà degli anni '70, grazie alle ricerche etnomusicologiche di Silvio Trotta, nasceranno i Musicanti del Piccolo Borgo ma questa è tutta un'altra storia...
Francesco Mendozzi
Bibliografia di riferimento:
E. Deregibus, Quello che non so, lo so cantare. Storia di Francesco De Gregori, Giunti, Firenze 2003;
M. Maiotti e G. Del Maso, 1964-1969: i complessi musicali italiani. La loro storia attraverso le immagini, vol. II, Jamboree, Milano 2022;
F. Mendozzi, Guida alla letteratura capracottese, vol. II, Youcanprint, Tricase 2017;
D. Motta Frè, Promesse d'amore. L'epoca d'oro dei complessi melodici italiani: 1970-1980, Torino 2006;
A. Patriarca, L'angolo della musica, in «L'Eco dell'Alto Molise», 2, Agnone, 20 marzo 2000.