Guido Piovene nel 1957, nel suo "Viaggio in Italia", definì l'Alto Molise «un pezzo di Scozia e Irlanda». Quarantacinque anni dopo, l'Alto Molise è ancora così verde: verde, ampio e bellissimo. Da quest'anno vanta in più un invidiabile primato: è l'angolo più "salubre" d'Italia.
La Asl dell'Alto Molise è, infatti, quella dove i decessi dovuti a fattori evitabili, in testa a tutti la malasanità, ma anche le tossicodipendenze, gli incidenti sulla strada, gli infortuni sul lavoro o domestici, gli effetti dell'inquinamento, si attestano, presi complessivamente, al valore minimo. Qui ogni anno i decessi che avvengono per motivi diversi dalla vecchiaia o da una malattia incurabile colpiscono 120,2 uomini e 64,8 donne ogni 100 mila abitanti, a fronte di un dato medio nazionale, rispettivamente, di 170,9 e 70. Lo certifica la ricerca "Prometeo. Atlante della sanità italiana" che, dal '99, registra questo originale indicatore della qualità della vita: le percentuali di morti evitabili, appunto, nei distretti sanitari. Nel 2002 il tasso minimo si rileva nella Asl alto-molisana di Agnone-Carovilli-Capracotta.
Ma qual è il segreto che si nasconde dietro queste cifre? È grazie allo sviluppo o, al contrario, grazie all'atavica povertà, che in quest'angolo di Italia si muore meglio, e meno, che altrove?
Usciti dall'autostrada Roma-Napoli, ci si lascia alle spalle Isernia: qui la I.T.R., con i suoi capannoni, è l'unica grossa industria della provincia e ci finiscono a lavorare tutti, o quasi, i ragazzi che non vogliono emigrare. La deviazione che porta ad Agnone, il capoluogo del distretto sanitario, sale su per i tornanti, tra mucchi di neve e boschi di faggi e di abeti bianchi. Basta lo sguardo, e basta respirare, per capire che da queste parti molti fattori di rischio sono ridotti al minimo. Non ci sono discoteche, né morti del sabato sera, né spaccio di droghe. Non ci sono cantieri né altre fabbriche: niente morti sul lavoro. L'aria è cristallina: questa è una Asl di montagna, il territorio si staglia in media sopra i 1.100 metri.
L'Alto Molise ha conosciuto una povertà disperata: a Capracotta è stato uso fino all'altroieri festeggiare la festa della patrona ogni tre anni, per mancanza di soldi. Ma proprio in questo angolo di Italia oggi si coltiva, anche, una forma buona e civile di sviluppo: pure le morti per malasanità, infatti, sono ridotte ai valori minimi. Si perdono 31,5 anni di vita ogni 100 mila per carenza di prevenzione primaria, a fronte degli 80,7 della Asl dell'Alto Friuli che detiene il primato negativo. Agnone, 6 mila abitanti, ha un cinema, un teatro e un fascino originale: perché nel Medioevo vi arrivarono drappelli di veneti in fuga dalla Serenissima, e importarono l'arte orafa, l'industria della fabbricazione delle campane, e certi fregi a forma di leone di San Marco che ornano ancora le facciate delle case di pietra serena. L'ospedale San Francesco Caracciolo è il cuore del sistema sanitario. Due sale operatorie, una sala-dialisi con 23 letti (in cui arrivano pazienti anche dalla Puglia), 101 posti letto, più altri 18 per riabilitazioni e lungo-degenze: non c'è segno di sciali, ma di cura sì, le stanze, azzurrine, sono al massimo a due letti e sono dotate ognuna di bagno e piccolo televisore. L'attrezzatura diagnostica arriva fino alla Tac spirale. Giovanni Di Pilla, direttore generale della Asl, mostra i risultati di una rilevazione effettuata ai primi di gennaio: i tempi di attesa per una visita o un esame vanno da zero giorni, per una mammografia o una lastra, una spirometria o un accertamento neurologico, fino a un massimo di otto, per un esame doppler. Dunque, ecco perché qui si muore meno per diagnosi tardive.
Il dottor Giuseppe Attademo, cardiologo e responsabile locale dell'Osservatorio regionale per la qualità dei Servizi Sanitari, racconta che nel '99 hanno distribuito un questionario per raccogliere lagnanze e richieste. Da quei questionari è nata la ristrutturazione dell'ospedale, vecchio di cinquant'anni, costata quattro miliardi ed effettuata in soli 18 mesi. In prospettiva, a tre chilometri da qui nascerà un nuovo nosocomio e questo edificio arioso e quieto diventerà il cronicario del quale la zona ha bisogno urgente: l'Alto Molise è, dicono con una battuta, Asl campione d'Italia.
Maria Serena Palieri
Fonte: M. S. Palieri, Un pezzo di Scozia e Irlanda, in «L'Espresso», XLVIII:7, Milano, 14 febbraio 2002.