Un posto d'onore spetta anche alla compaesana Pierina Di Nucci, da anni residente a Milano e impegnata come sarta nel mondo della lirica, dello spettacolo e dell'alta moda. Davvero non c'è luogo di prestigio dove il sartore capracottese non abbia lasciato tracce. Credo che se le ricerche continuassero a cercare nella vita dei tanti capracottesi dediti all'arte del cucito chissà quante novità potremmo ancora scoprire.
Il merito di Pierina è stato quello di conquistarsi un posto alla Scala di Milano come sarta costumista degli abiti di scena dei più grandi soprani, tenori e ballerine della platea lirica nazionale e mondiale. Tra le sue mani sono passati, solo per fare alcuni nomi, i costumi di scena dell'indimenticabile tenore Luciano Pavarotti (famoso il mantello dell'opera "Don Carlo"), del baritono spagnolo Placido Domingo, della soprano Mirella Freni e delle ballerine Oriella Dorelli e Luciana Savignano. Pierina, quindi, ha vestito i più grandi artisti del Teatro alla Scala di Milano.
Ma come è arrivata Pierina al tempio della lirica italiana e mondiale? Pierina è nata nel 1944 a San Severo in provincia di Foggia durante lo sfollamento dei suoi genitori in questa cittadina a seguito della guerra del 1943 che aveva interessato anche Capracotta. Pochi giorni dopo la nascita, terminata la guerra in paese, assieme alla famiglia rientrò a Capracotta. Completati gli studi dell'obbligo cominciò a frequentare a circa dieci anni come apprendista sarta il laboratorio di Giuseppina Sanità dove ha imparato il mestiere e svolta l'attività fino a venti anni.
Dopodiché si mise in proprio lavorando presso la casa paterna. Nel 1968, sposata con Marino Sozio, si trasferì assieme al marito a Milano. Per molti anni ha continuato a svolgere l'attività di sarta in casa fino a quando i figli diventati grandicelli le consentirono di migliorarsi. E così fece domanda alla direzione del Teatro alla Scala per un posto da sarta costumista. Superò brillantemente il provino e nel 1986 conquistò il suo camerino per vestire gli artisti in scena al teatro.
Il lavoro alla Scala le diede tante soddisfazioni. Tanti furono i complimenti ricevuti dalla direzione e dagli attori, ma il disagio fisico a seguito degli orari notturni da sopportare cominciò a farla guardare altrove. E così, col magone alla gola, dopo quasi dieci anni di Scala trovò occupazione sempre come sarta presso casa Prada dove tuttora divide il suo lavoro tra le atelier di via Monte Napoleone e la galleria Vittorio Emanuele II di Milano.
Matteo Di Rienzo
Fonte: M. Di Rienzo, Il diario di Capracotta. Luglio 2012 - Giugno 2013, Capracotta 2013.