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Il poeta Gabriele Mosca



(Capracotta, 21 giugno 1923 - Sulmona, 6 novembre 2017) 

 

Gabriele Mosca era un ferroviere, capostazione per la precisione, e ha vissuto buona parte della sua vita a Sulmona, in provincia de L'Aquila, la stessa città che diede i natali a Publio Ovidio Nasone, forse il più grande poeta romano. La poesia elegiaca di Ovidio, però, nulla c'entra con quella dialettale del Mosca, un uomo semplice che Enea Di Ianni descrive «estremamente riservato nei modi, ma stupendamente ricco nella sensibilità».

Gabriele Mosca, infatti, iniziò in tarda età a comporre poesie in dialetto sulmonese, nel 1982, spinto dagli amici che lo spronavano a partecipare a vari concorsi letterari locali. E infatti, da lì in poi, ottenne diversi premi e menzioni, dal Premio Francavilla del 1982 alla Vª Rassegna di poesie dialettali di Vasto nel 1983, fino al Premio Internazionale "Emigrazione" del 1988.

Il Mosca, che «predilige l'endecasillabo alla rima e si destreggia nel sonetto», nel 1992 cominciò finalmente a poetare in dialetto capracottese: una prima tranche di poesie venne composta dal 1993 al 1995, la seconda si spinse fino al 2007 e dà vita ad un compact disc pubblicato l'anno seguente.

Gabriele Mosca.

Tuttavia, la morte prematura del figlio Paolo, innamorato della montagna d'Appennino, lasciò in Gabriele Mosca un dolore inestinguibile, immenso, eppure egli non smise mai di provare un'ammirazione bambinesca e genuina per la montagna, un'entità che da sempre attrae gli esseri umani e che rimane madre anche quando sottrae qualcosa di unico come un figlio.

Del Mosca ho scelto allora tre «toccanti poesie in dialetto capracottese, dove Gabriele, con la sua passionalità e l'amore per il suo paese natale, ci fa rivivere in forma lirica momenti e situazioni della quotidianità di Capracotta. Riaffiora spesso la nostalgia per il paese natio ed essa rende più sublime e gradevole la lettura di chi ha dovuto lasciare il paese».

Si ricorda che nel dialetto scritto la vocale e non accentata rappresenta la cosiddetta "e muta", che dà vita allo stacco tipico delle parlate meridionali. Ovviamente, nelle note ogni poesia è stata tradotta letteralmente, cosicché tutti possano gustare i versi di Gabriele Mosca.


Francesco Mendozzi

 

Fonte: F. Mendozzi, Prima antologia di poeti capracottesi, Youcanprint, Lecce 2023.

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