Se si desidera sapere se un regno è ben governato,
se la sua morale è buona o cattiva,
la qualità della sua musica fornirà la risposta.
[Confucio]
Con il termine "fondo organario" si intende la dotazione di organi a disposizione di una comunità, di una chiesa, di una cittadina.
Va ribadito che, secondo alcuni specialisti, il temine "organo" deve intendersi riferimento esclusivo dello strumento dotato di canne ed alimentato ad aria mentre gli strumenti elettronici debbano essere definiti "elettrofoni" e/o "tastiere elettroniche". Sovente gli elettrofoni ad imitazione degli organi vengono usati ove non sia possibile l'installazione di uno strumento effettivo o per ragioni di spazio o mancanza di fondi per l'acquisto o per il restauro dell'organo maggiore.
Nella lingua italiana il sostantivo "organo" è di genere maschile come anche orgue in quella francese. In inglese organ è neuro mentre in tedesco orgel è femminile.
Negli archivi dei comuni, delle confraternite e delle chiese in genere vengono sempre conservati documenti circa la commissione alla costruzione degli strumenti relativi, o agli interventi di restauro, manutenzione ed ampliamento. Allo stato attuale tutto questo non risulta presente nei vari archivi sul territorio di Capracotta. Incuria o atti di "svecchiamento" hanno forse portato a tutto ciò non escludendo neppure le devastazioni derivate dall'ultimo evento bellico.
Va sottolineato che nei tempi passati la realizzazione di uno strumento era un vanto per la comunità di appartenenza, ne aumentava la coesione durante le funzioni sacre e patrimonio da trasmettere alle generazioni future. I tempi moderni, in certi territori (e cervelli!), hanno invece identificato gli organi come qualcosa di clericale, vetusto, a volte simbolo dell'oppressione verso la povera gente, al massimo apparati decorativi. Roba da svecchiare per avvicinare i "cciovanih". La decadenza si avverte anche negli ambienti laici: a tutt'oggi Roma è l'unica capitale al mondo il cui auditorium sia sprovvisto di organo, ed altri auditoria italiani non sono da meno.
Il trionfo dell'effimero e del relativismo prevale e cosi i fondi da reperire e dedicare ogni tanto o in piccola parte per la conservazione e costruzione di patrimoni artistici finiscono «nel fumo degli spari» e in «bande spesso negazione dell'armonia», come scrisse Luigi Campanelli ne "La Chiesa Collegiata di Capracotta".
Ma tale pratica viene da lontano: papa Pio IX preferì destinare i fondi reperiti da una gigantesca colletta per la costruzione del monumentale e grandioso organo Cavaillé-Coll da collocare in controfacciata della Basilica di San Pietro al rifacimento del pavimento della basilica stessa...
Iniziamo allora un'immaginaria passeggiata lungo le strade di Capracotta.
Santuario di S. Maria di Loreto
Il fondo musicale era costituito da un pregevole strumento databile tra il XVII-XVIII secolo e situato in una cantoria lignea "al piano", nel transetto della chiesa sul cornu Epistulæ.
Una balaustra lignea proteggeva la cantoria e la consolle mentre il prospetto era a tre campate di canne di mostra con la campata centrale sormontata da un arco ligneo a tutto sesto. La canna maggiore era lavorata a sbalzo con nervature laterali in diagonale. Lo strumento risultava funzionante fino a poco prima dell'ultima guerra poi il degrado fino al suo smantellamento. Nei primi anni '80 una decina di canne residue giaceva nella canonica insieme alla registriera e quando il sottoscritto, studente in organo, cercò di avvicinarsi per visionarle, fu aspramente rimproverato: non dovevano essere toccate: alcuni "scienziati" mi spiegarono che erano necessarie per rimontare l'organo!
Non mi spiegarono però dove avrebbero reperito le altre 400/500 necessarie: forse da una miracolosa gemmazione dopo semina nel "campo dei miracoli" di collodiana memoria, facendo poi risorgere come una fenice il materiale ligneo dalla cenere dei focolari.
Tuttavia questo giovane incompetente, avvicinatosi di soppiatto, sottrasse alcune "sementi" per riparare l'organo della Chiesa Madre con materiale originale. Oggi alcuni frammenti di quel pregevole capolavoro rivivono nel Principalone e una piccola canna di flauto svetta sulla mia libreria davanti ai testi di organaria.
Chiesa di S. Antonio di Padova
Svettante su una cantoria lignea facente corpo unico con l'altare maggiore, l'organo della fabbriceria Galasso di Napoli venne costruito intorno alla seconda metà del XIX secolo, come desumibile da una targhetta posta sulla consolle. Non è da escludere una origine più antica - da rivalutare durante un eventuale restauro - e che la bottega Galasso abbia riallestito ed ampliato. La struttura fonica è tipica dell'organo italiano che dal XVI secolo fu mantenuta fino alla fine dell'800. La facciata è a tre fornici a cuspide con bocche allineate nella centrale. Risulta funzionante fino al primissimo dopoguerra e dispone di nove registri:
Principale
Ottava
XV
XIX
XXXII
XXIV
XXIX
Voce umana
Flauto (VIII o XII)
Contrabassi perennemente uniti al manuale con regale fisso (scopina); manuale di 50 note con prima ottava corta e pedaliera unita alla prima ottava del manuale; alimentazione fornita da due mantici a cuneo azionati da stanghe.
Alcune canne di facciata vennero rimesse in forma alla bell'e meglio dallo scrivente che, nei primi anni '80, le raccolse dal pavimento della cantoria ove giacevano calpestate, mentre alcune risatine di compiacenza facevano da "supporto" a chi si divertiva a "perdere tempo". Attualmente la fonica è fornita da un elettrofono Viscount ad unico manuale e senza pedaliera.
Chiesa di S. Vincenzo
Non risulta mai essere stata dotata di fondo organario.
Chiesa di S. Giovanni Battista
La lunetta che sovrasta il cornu Evangeli dell'unica navata e a cui si accedeva dalla sacrestia è la balconata della antica cantoria che con molta probabilità ospitava un organo di cui non si ha alcuna notizia. L'attuale cantoria, che sovrasta in controfacciata l'ingresso, ospita un armonium anni '60-'70 a tastiera doppia stile organo jazz, alimentato da soffiatore elettrico e con pedaliera di una sola ottava.
Chiesa di S. Maria in Cielo Assunta
La scheda dell'organo maggiore, il Principalone, e la sua storia sono già stati trattati a parte e a breve il secondo capitolo dell'avventura per il suo restauro.
Come riportato dal Campanelli, anche nella chiesa rinascimentale era presente un organo «parte dorato», di cui probabilmente una parte della fonica potrebbe essere stata inglobata nel Principalone, cosa che avveniva con una certa frequenza. Basti pensare che i penultimi restauri del monumentale organo della Cattedrale di Notre-Dame di Parigi hanno messo in luce le canne dell'antichissimo Blockwerck medievale, riutilizzate in una sezione del poderoso strumento chissà in quale epoca.
Era presente anche un secondo organo settecentesco sito nella cappella della Congregazione della Visitazione e Morte, del tutto simile allo strumento della Chiesa di S. Antonio, le cui canne metalliche sono ancora gelosamente custodite. Il somiere maestro a tiro venne da me reperito in un magazzino della chiesa poco prima dei restauri dei primi anni '80 ed oggi risulta purtroppo disperso. Potrebbe essere uno spunto per una sua eventuale ricostruzione.
Nei primi anni 2000 l'associazione "Amici della Musica" ha fatto dono alla parrocchia di uno strumento elettronico campionato della fabbrica olandese Johannus, al fine di ampliare le possibilità esecutive della chiesa, limitate dalla struttura settecentesca italiana del pur pregevolissimo Principalone.
L'organo Johannus consente di poter eseguire musica dal Rinascimento ai nostri giorni programmandolo con temperamento antico e moderno e con fonica barocca, romantica e sinfonica, con 36 registri disposti su due manuali di 61 note ciascuno e pedaliera di 30 note. Se fosse reale disporrebbe di oltre 2.000 canne.
La possibilità di interfaccia con computer tramite opportuno programma consente di suonare utilizzando le "voci" dei più celebri organi di tutte le epoche (sistema Hauptwerck).
Un lascito preziosisimo insieme all'organo maggiore, recentemente restaurato, verso chi volesse intraprendere lo studio di una letteratura e di uno strumento ancora tutto da scoprire.
...fatti non foste a viver come bruti
ma per seguir virtute e canoscenza...
[Dante, Inferno, canto XXVI]
Francesco Di Nardo