Fin da quando ne abbia memoria, il momento dell'elevazione della Missa temporis Nativitatis di Capracotta veniva rigorosamente e dolcemente sostenuto dall'esecuzione al Principalone di "Astro del Ciel" ("Stille Nacht"), tradizione rigorosamente rispettata dal m. prof. Giuseppe Di Lullo e poi da lui trasmessa a Serafino Trotta e al sottoscritto.
Utilizzando i registri più dolci, a una prima esposizione del motivo manualiter seguiva una risposta con aggiunta del basso al pedale fino alla proclamazione del Pater Noster. Oggi questa tradizione è stata soppressa per un più alto rispetto del momento legato alla transustanziazione, portando, se possibile, la melodia al momento dell'offertorio. Personalmente, insieme a "Alla fredda tua capanna" di Zimarino la ritengo parte integrante dell'oratorio capracottese di Natale.
Ma quale misteriosa narrazione si nasconde dietro questa semplice e pur affascinante composizione? Storia, musica e leggenda si fondono in un commovente e dolce racconto.
Il testo venne elaborato in forma di semplice preghiera, da recitare durante la notte di Natale, dal viceparroco di Mariapfarr, un paesino poco distante da Salisburgo: il pio e caritatevole Joseph Mohr (1791-1848) fu ispirato forse anche dalle decorazioni dell'altare maggiore, dove campeggia un Gesù bambino ricciolo biondo la cui figura ricorre nel testo.
Era il 1816.
Nel 1805 le guerre napoleoniche erano state devastanti per quei territori: la zona, fino a quel momento indipendente e per secoli governata da un arcivescovado, aveva subìto anche un cambio di governo e di confine. L'economia locale, basata sul commercio del sale tramite il fiume Salzach fino al Danubio, era stata sconvolta e devastata. Inoltre l'eruzione del lontano vulcano Tambora aveva temporaneamente modificato il clima: il 1816 viene ricordato come un «anno senza estate». Quindi anche alluvioni e carestia.
In questa tragedia, con la Restaurazione e il Congresso di Vienna si sentiva bisogno di pace, serenità, uguaglianza e speranza per il futuro: ecco la genesi del testo in tedesco.
Dopo quel Natale la preghiera fu riposta in un cassetto fino a quando il rev. Mohr venne trasferito poco distante, ad Oberndorf presso la Nicolaikirche.
Si narra che alla vigilia di Natale del 1818 l'organo della chiesa fosse in avaria a causa dei topi: organari e organisti sanno bene che questi roditori amano rosicchiare le canne metalliche richiamati dal sapore dolciastro dei sali di piombo uno dei costituenti dello "stagno" organario, come anche magicamente attratti dalle finissime impellature dei mantici. Altre fonti parlano di un'avaria causata dallo straripamento del fiume Salzach.
Fatto sta che l'amico organista della vicina frazione di Arnsdorf bei Laufen e maestro di scuola Franz Xavier Gruber (1787-1863), giunto in aiuto, sfruttando quello che funzionava dell'organo ed una chitarra, compose in poche ore una melodia su cui adattare la preghiera del rev. Mohr. La notte di Natale del 1818 le volte della Nikolaikirche di Oberndorf risuonarono delle note di "Stille Nacht". Mohr con la voce tenorile e Gruber da basso insieme al coro, davanti all'altare maggiore ed accanto al presepio.
Al quel tempo la tradizione dell'albero di Natale non era ancora diffusa nell'Europa centrale, cosa che avvenne a partire dalla metà del XIX secolo. Le case venivano adornate con rami di conifere e, prima di recarsi alla messa di mezzanotte, benedette con l'incenso stanza per stanza, stalle comprese.
Suggerisco una lettura della traduzione del testo originale ma anche dell'ascolto in lingua tedesca della melodia per afferrare al meglio la sequenza simbolica di sillabe e note.
Il brano, semplice ed orecchiabile, fece immediatamente presa sulla popolazione e venne "raccolto" dall'organaro tirolese Carl Mauracher, forse da quelle parti proprio per riparare i danni dell'organo. Fu così che venne diffusa alle popolazioni del Tirolo e, successivamente, diventata repertorio dei gruppi di canto folkloristici, giunse con le tournée fino al Nord America dove, vista l'assonanza tra tedesco ed inglese, fu facile elaborare nel 1839, da parte di un pastore episcopale della Trinity Church di New York, una traduzione quasi letterale: "Silent Night". Venne anche annoverata tra le raccolte protestanti di carole natalizie.
L'ulteriore diffusione portò ad un'elaborazione in oltre 300 lingue e, nella notte di Natale del 1914, fu cantata tra le trincee inglesi e tedesche a Ypres in una sorta di informale tregua in entrambe le lingue. Il desiderio di pace e uguaglianza tramite il filosofo Leopold Kohr ne fece anche una bandiera contro il nazismo durante la Seconda guerra mondiale.
Nel corso del tempo, secondo alcuni, ne era stata persa la paternità e l'origine al punto che ne fu ritenuto autore lo stesso Mozart, ma anche Haydn o Beethoven. Tuttavia erano conservati numerosi manoscritti originali attestanti la paternità: lo stesso Gruber la rivendicò per sé e per Mohr su richiesta della Cappella Reale Prussiana.
C'è da aggiungere e sottolineare che la melodia originale di Gruber era leggermente diversa e che altri arrangiamenti di Gruber comparvero anche nel 1845 per orchestra e nel 1855 per organo.
Nonostante la diffusione, alcuni ambienti cattolici la accolsero freddamente anche osteggiandola: poco adatta al Natale poiché non sotto forma di inno, piatta e monotona (certe volte i cattolici...).
La scrittura è in 6/8 sotto forma di "pastorale siciliana": una ninna nanna in re maggiore (D Major) nei primi manoscritti.
Dal 2011 è "patrimonio culturale" dell'Unesco. La "Stille Nacht Gesellschaft" è una fondazione con scopo di conservare tutto il materiale a riguardo e promuovere la conoscenza della melodia primeva.
La versione italiana è del 1937 ma l'impossibilità di una traduzione letterale obbligò il musicista e letterato mons. Angelo Meli ad una quasi totale riscrittura, un adattamento ritmico che poi subì anche una modifica popolare: ad esempio laddove si canta: «luce dona alle menti», il testo di mons. Meli recita: «luce dona alle genti». Ma il fascino di ascoltarla in lingua originale è incommensurabile.
Attualmente si stima che oltre due miliardi di persone ne conoscano testo e motivo.
La chiesa originaria di Oberndorf ed il suo organo non esistono più a causa di infiltrazioni dal fiume Salzach che ne portarono alla demolizione nel 1920 ed ad una ricostruzione poco distante, ma al suo posto sorge una chiesetta celebrativa: la Stille Nacht Kapelle, dedicata anche come memoriale a Mohr e Gruber. Alcune fonti riportano anche che sia custodita in museo la chitarra originale.
Nel 2004 un asteroide venne battezzato Gruber-Mohr.
In un gemellaggio spirituale tra Oberndorf e Capracotta gli auguri di un sereno tempus Nativitatis e, in omaggio esclusivo a Letteratura Capracottese, l'esecuzione agli organi della Cattedrale di Rieti di "Stille Nacht" in due strofe: la prima nel motivo originale e la seconda nel motivo tradizionale.
Francesco Di Nardo