Napoli, 16 gennaio.
Questa mattina al porto, alle 11:20, presente l'ambasciatore degli Stati Uniti, Clement Dunn, è stato consegnato lo "spazzaneve" offerto al comune di Capracotta, un paesetto di montagna dell'Alto Molise. Da domani i cittadini di Capracotta, e di un gruppo di comuni vicini, non correranno più il pericolo di rimanere bloccati sei mesi all'anno (come fino adesso accadeva), per la neve che su quel picco arriva spesso ai 6 metri. Questo episodio della fraternità italo-americana e del sentimento profondo che unisce i nostri emigrati alla patria di origine, ha avuto e troverà largo spazio sulla stampa americana.
Esso rivela inoltre quanto sia grande la miseria di alcune zone dell'Italia Meridionale, e quanto siano freddi e inumani i provvedimenti burocratici che per oltre sei anni hanno lasciato interi villaggi in situazioni primitive. Fino ad oggi se la neve bloccava oltre Capracotta anche Pescopennataro, Castel del Giudice, S. Angelo del Pesco, San Pietro Avellano, non vi giungevano più né posta, né medicinali, né viveri, né era possibile trasportare un ammalato che dovesse essere operato. Fino al novembre 1943 lo spazzaneve c'era. Poi i tedeschi lo distrussero, con tutto il resto. Nei campi ARAR ve n'erano centinaia, ma furono venduti per i bisogno della Francia, Svizzera e altre nazioni. Alle due interrogazioni alla Camera dell'on. Remo Sammartino, il ministro Tupini rispose che, non essenso classificata "strada provinciale" la congiungente della "nazionale 86" a Capracotta, il problema non era di competenza dell'ANAS e quindi del Ministero dei Lavori Pubblici.
Il Ministero del Tesoro poi, attraverso il Sottosegretariato ai danni di guerra, chiarì che uno spazzaneve non rientra tra gli oggetti da risarcire. Le sedie, gli abiti, sì, sono indennizzabili, ma questa voce "spazzaneve" era sconosciuta. E così, quando su quel gruppo di villaggi fra i mille e i millecinquecento metri (Capracotta è esattamente a 1.421 metri), le tempeste di neve turbinavano bloccando le vie e le mulattiere e colmando le stradicciole fra casa e casa, gli abitanti erano costretti a scavare gallerie o a uscire di casa dalle finestre.
Un giorno la signora Eda Dinucci, moglie di un emigrato di Capracotta, Giovanni Paglione, venne al suo paese per una visita. Poi ritornò in America, a Jersey City, e raccontò quanto accadeva fra quelle montagne. Subito si fece una sottoscrizione; e in tre mesi si raccolsero 24.600 dollari: lo spazzaneve fu comprato. L'Exiria, atteso per domenica mattina, è arrivato nel tardo pomeriggio. L'American Export Line ha offerto del tutto gratis il trasporto. Alla cerimonia, qui a Napoli, l'ambasciatore Dunn è arrivato con la signora, cui una bambina del Molise ha offerto rose. Con le autorità di Napoli erano presenti il sindaco di Capracotta, dott. Gennaro Carnevale, a cui, dopo un saluto di Dunn e del sindaco di Napoli avv. Moscati, il comandante dell'Exiria ha consegnato lo spazzaneve, e i parlamentari molisani con l'on. Renato Morelli.
Lo spazzaneve, che è stato battezzato Walter, è un grande camion giallo con i potenti vomeri di acciaio. Sulle lamiere sono, a lapis, i saluti dei cittadini di Capracotta che abitano a Jersey, per quelli che vivono nel Molise. È priva di ogni fondamento la notizia per cui la Dogana chiederebbe la tassa di un decimo del valore (oltre un milione) perché, secondo la legge dell'ENDSI (Ente Naz. Distribuz. Soccorsi Italia), tutto ciò che è donato per aiuto e beneficenza, gode della completa franchigia. Domani martedì l'ambasciatore Dunn sarà a Capracotta, dove quei montanari attendono festosamente lui e il dono.
Crescenzo Guarino
Fonte: C. Guarino, Prigionieri della neve, in «La Nuova Stampa», VI:14, Torino, 17 gennaio 1950.