Se vi piace la neve andate a Prato Gentile.
Lasciate perdere lo sci alpino e scegliete quello nordico. Che vi permette di apprezzare la natura con un paio di sci da fondo o semplicemente con le ciaspole.
A Prat'Intile vi riconciliate con il Molise bello.
Voglio bene a Francesco Mendozzi perché, con un coraggio immenso, sta cercando l'anima di Capracotta smuovendo i sassi dell'oblio e sta sollevando la coltre della rassegnazione.
Non esiste una citazione antica, un racconto dimenticato, un personaggio popolare, uno scrittore importante o un artista che abbia avuto a che fare con Capracotta che non sia entrato nella sua imponente raccolta ragionata di brani di quel paese che, per chiunque abbia un po' di sangue capracottese, è il più bello del mondo (la "Guida alla Letteratura Capracottese" di Francesco Mendozzi potete trovarla su Amazon, IBS, la Feltrinelli, Youcanprint ecc.).
Così, ogni volta che Francesco scova una frase che per un motivo qualsiasi contiene un riferimento al paese "più bello del mondo", egli non esita a segnalarlo per dimostrare che Capracotta esiste. E non solo nell'immaginario collettivo.
Perciò quando penso al catastrofico investimento degli impianti sciistici di Capracotta, dove si sono spese montagne di risorse pubbliche per lo sci alpino, mi torna a mente il detto popolare che circola soprattutto a Campobasso: "Ma quanne ma' Capracotta ha cacciate le percòche?".
Nei fatti la storia delle "percoche di Capracotta" è un po' più complessa perché, come al solito, i buoni capracottesi la battuta campobassana non se la sono tenuta e l'apprezzamento negativo è diventato una considerazione molto speciale sulla particolarità delle percoche che a Capracotta esisterebbero, ma sarebbero senza osso.
Con tutte le sottintese allusioni becero-maschiliste che richiamano quell'erotismo vegetale che Donato Decubertino nel 1550 si divertì a rappresentare nel Castello di Gambatesa.
Orgogliosamente «Capracotta può vantare una delle più belle piste di sci di fondo nazionale nello splendido scenario di Prato Gentile, a quota 1.575 sul livello del mare. Sono circa 15 i chilometri di lunghezza della pista, quasi tutta all'interno di un bellissimo bosco di faggi e di abeti, con una larghezza media di 6 metri».
Ma a Capracotta da oltre un trentennio si buttano soldi per la seggiovia di Monte Capraro, dove si pretende di fare sci alpino con una pista che dovrebbe richiamare non si capisce quale tipo di amante degli sport invernali.
Probabilmente se quei denari male investiti fossero stati destinati tutti a Prato Gentile, Capracotta veramente sarebbe la più rinomata ed esclusiva "Regina delle Nevi" della dorsale appenninica.
Tanto è stato fatto ed è bello godere di questo angolo meraviglioso dell'Italia.
Franco Valente
Fonte: https://www.facebook.com/, 26 gennaio 2023.