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Quattro capracottesi alle poste canosine nel 1487


Locazione di Canosa
Le poste sul territorio di Canosa di Puglia.

Il 9 aprile 1487 l'Università di Canosa inviò a Ferdinando d'Aragona, meglio conosciuto come re Ferrante I, una supplica affinché alcune terre convicine venissero liberate da un divieto imposto da Ludovico d'Afflitto, regio doganiere. La questione stava nei seguenti termini.

Al tempo del passaggio degli eserciti sul suolo pugliese per contrastare i Turchi, «la Università et homini di Canosa [...] hanno rotte doe poste di Abruzise, cioè del Puzzo et di Sancta Croce». Il popolo canosino, insomma, aveva convertito per necessità le due poste di Puzzo e Santa Croce in seminativi, tanto che i due ex pascoli producevano ora «maisse interamente in circa da cinquanta carra». Le poste erano degli appezzamenti di pascolo che la Dogana - istituita quarant'anni prima - dava in affitto ai transumanti dietro il pagamento della fida, un canone annuo. Queste poste, per ovvi motivi, non potevano quindi venir coltivate dagli abitanti del luogo e, in merito a ciò, il doganiere d'Afflitto aveva esplicitamente «proibito dicta Università et homini de quella, che non debbiano arare, né fare le maisse, come hanno fatto per lo passato».

I canosini ritenevano però che tale decisione «redunda in grande ruina de la dicta Università» e così proposero un compromesso affinché «non ce lo sia lo danno de la Università, né detrimento de la dohana». La proposta era quella di destinare una parte delle due poste a «li bovi aratorii», garantendo un utilizzo minimo di questi animali che, è risaputo, distruggono i pascoli; al contempo la città di Canosa assicurava «quanto tocca a la mutazione de le poste», nella speranza che il re potesse «comodamente provedere ad l'uno et ad l'altro».

La supplica del popolo canosino rese necessaria l'emanazione di un'ordinanza, datata 7 gennaio 1499, firmata dallo stesso Ludovico d'Afflitto, nella quale la Regia Dogana della Mena delle pecore di Foggia confermava l'uso pascolativo delle poste di Puzzo e Santa Croce. Per giungere a questa decisione il doganiere aveva ascoltato tutti gli stakeholders: da un lato gli «honorabilis viris [...] Nicolao Rosæ, Panelo Ciotta, Berardino Procacino, Antonio Jannis de Crapa Cotta, Alexandro de Visito et Petrucio de lo Castiglione», tutti «patronibus pecudum dictæ dohanæ», ovvero proprietari d'armenti iscritti alla Dogana e usufruttuari delle poste nella locazione di Canosa; dall'altra la controparte, ovvero i «nobilibus viris Pasquale de Caro, vice Duce dictæ Civitatis, Petrucio Gentilis, et Jacobone de Planca de dicta Civitate».

Più che la norma giuridica prodotta dal doganiere d'Afflitto, è qui interessante rilevare come quattro imprenditori capracottesi, nei primi anni di vita della Dogana, fossero già ampiamente attivi e tenuti in considerazione dalla regia amministrazione doganale. Dei quattro nomi menzionati posso fornire notizie biografiche soltanto su Nicola Rosa, camerlengo di Capracotta - l'ufficiale che in quegli anni amministrava il fisco - e sul mio avo Antonio Di Ianni, il quale conferma come la nostra famiglia fosse stata operativa sul mercato della transumanza dall'alba del Quattrocento fino al tramonto del Cinquecento, quando smisero di comparire sui registri e sulle cedole doganali, finché il mio bisnonno Carmine Di Ianni (1877-1943), con l'omonima ditta, tornò a calcare i tratturi per produrre e vendere carbone.


Francesco Mendozzi

 

Bibliografia di riferimento:

  • AA.VV., Bullettino delle ordinanze de' commessarj ripartitori de' demanj ex feudali e comunali nelle province napoletane, vol. VII, Trani, Napoli 1862;

  • L. Conti, Capracotta. Il mondo pastorale antico, S. Giorgio, Agnone 1986;

  • D. Di Nucci et al., Gli accordi militari del 1495 di Agnone, Capracotta e Vastogirardi, Cicchetti, Isernia 2018;

  • S. Di Stefano, La ragion pastorale, over comento sù la Pramatica LXXIX de officio Procuratoris Cæsaris, libro I, Roselli, Napoli 1731;

  • F. Mendozzi, Guida alla letteratura capracottese, vol. I, Youcanprint, Tricase 2016;

  • A. Russo, Federico d'Aragona: 1451-1504. Politica e ideologia nella dinastia aragonese di Napoli, Federico II University Press, Napoli 2018.

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