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La Regina del villaggio


Mamma Linda
Linda e Iole di fronte alla trattoria di S. Pietro Avellana.

Conosci quella vipera

che chiaman la Regina

per l'eleganza e l'ordine

di quella sua cantina?


Quella che tutti dicono

che sia tra le più belle

per la geniale sagoma

di quelle sue mascelle?


Che sembran dirti: «Ménami

quanti ne vuoi di schiaffi...

su questa faccia maschia

che mancan solo i baffi!».


Quella, che, maritandosi,

disse al suo pretendente:

«Ti accetto, ma ricordati,

non devi contar niente!».


Che se vorresti fare

talvolta osservazione

t'impareresti a leggere

le note del bastone...


Sapete dove abita?

Lungo la ferrovia,

là, dove a grandi lettere

c'è scritto: "Trattoria".


Del resto per trovarla

la cosa è molto spiccia

perché, si riconosce,

è corta ed è massiccia!


E poi, si vede subito

qual è quella cantina

perché la... marionetta

sta sempre alla vetrina.


Presenta le sue chiccare,

la faccia tosta vera...

urtante, col ripetere:

«Sono la Caffettiera...


C'è da mangiar, c'è tutto.

Entrate qui signori».

E sempre questa predica

ripete ai viaggiatori.


Che, dopo colazione,

non solo hanno appetito,

ma ognun, per quelle chiacchiere

rimane stupidito...


Dispetti e villanie

è il suo pensier del giorno...

Non pensa che allo sfratto

di chi gli sta d'intorno,


compreso un panettiere,

a cui mirava questa,

il quale le ha promesso

di torcerle la testa!...


Che bene inestimabile.

Nettato quel passaggio,

sarebbe la fortuna

di chi si mette in viaggio.


Non ho capito bene,

dirà, forse, il lettore:

spiegatemi la vipera,

più chiaro, per favore.


Ecco, di spalle mettiti

contro quella stazione

e non ti devi muovere

da quella posizione,


fino a che un viso splendido

vedrai alla vetrina...

E tosto allora inchinati,

che quella è la Regina!


(1932)


Nicola D'Andrea

 

Fonte: N. D'Andrea, Le poesie di Nicola D'Andrea, Il Richiamo, Milano 1971.

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