Nella struttura amministrativa della Regia Dogana della Mena delle pecore di Foggia un importante ruolo spettava ai compassatori, tecnici di eterogenea formazione (perlopiù agrimensori) ed estrazione (sia laici che religiosi) che si occupavano di geometrizzare il territorio, e grazie ai quali abbiamo oggi uno spaccato visivo delle campagne dell'Italia centromeridionale tra il XVI e il XIX secolo.
Il mastodontico quadro normativo che stava dietro alla strutturazione della trama territoriale della Dogana trovava nel compassatore la figura atta a garantire il giusto equilibro fra gli attori coinvolti. È per questo che poco più di un secolo dopo l'istituzione della Dogana, a partire dalla metà del '500, la figura dei compassatori regi acquisì sempre più rilievo. Come si evince dalla prammatica commentata da Stefano Di Stefano questi erano formalmente esterni alla Dogana e venivano chiamati all'occorrenza secondo le necessità del caso. I loro contributi erano perlopiù concentrati in due momenti: il compasso ex officio, organizzato in primavera, volto alla sistematica ricognizione della situazione dei tratturi e delle locazioni, e il compasso straordinario, teso a risolvere i contenziosi che venivano a crearsi tra i vari soggetti in conflitto sul territorio.
La provenienza geografica di questi tecnici era anch'essa piuttosto eterogenea. Ad oggi gli studiosi contano quasi 500 compassatori, il cui profilo professionale caratterizzava le terre di provenienza dei locati, specie nei territori dell'Abruzzo e dell'Alto Molise. Capracotta, Lucoli e Vastogirardi han rappresentato, tra il XVI e il XVIII secolo, i luoghi di origine di un importante numero di tecnici, segno evidente di una specializzazione professionale tipica di quei territori, salvaguardata attraverso la tradizione familiare. I più stimati compassatori capracottesi sono stati probabilmente Giovanni Caporicci, Vincenzo Conti, Giacomo Di Lorenzo, Berardino Ferraro e Loreto Pettinicchio.
Il primo, in ordine cronologico, è proprio Loreto Pettinicchio, che nel 1650 figura tra coloro che, su preciso incarico del governatore della Dogana Ettore Capecelatro, devono procedere alla cosiddetta reintegra dei tratturi, ovvero al ripristino fisico della strada d'erba. Le operazioni cominciano il 31 marzo dell'anno successivo e nella relazione che descrive i primi 13.400 passi dell'asse tratturale si legge che, tra Civitanova e il fiume Chiappino, si è resa necessaria l'«assistenza del Regio Compassatore Loreto Pettenicchio de Capracotta».
Berardino Ferraro, invece, il 20 maggio 1734 sta in Basilicata, precisamente a Genzano di Lucania, su chiamata del «Reverendo Capitolo» di quella città, la quale intende ordinare la platea di tutti i propri possedimenti. Ferraro è incaricato di redigere il rilevamento della località Festola - dove sorge pure un abitato italico dedicato alla dea Cerere -, compito che egli assolve con assoluta solerzia.
Un terzo compassatore del quale è possibile fornire una striminzita biografia è Giovanni Caporicci, classe 1707, ed anch'egli lo troviamo in Basilicata nel 1751 per dirimere una causa tra la badia di S. Maria di Banzi e l'Università di Palazzo S. Gervasio, una disputa per la quale il «Caporiccio» stila la cosiddetta "scrittura di concordia", ossia l'accordo definitivo.
Giacomo Di Lorenzo, invece, è un perito che ha esercitato per decenni, in forma privata, «la professione agrimensoria senza alcun riconoscimento pubblico», e che approda alla Dogana soltanto nel 1765 dopo una lunghissima gavetta come «Compassatore del Regio Tavoliere».
L'agrimensore Vincenzo Conti, infine, è a Bojano il 26 luglio 1812 per aver ricevuto mandato da Cesare De Gaglia, agente divisore di Cantalupo nel Sannio, di misurare le estensioni in tomoli di alcuni appezzamenti boianesi, tra le Cese Demaniali e la Sterpara.
A quanto pare, nella sua storia Capracotta ha dato vita all'intera gamma dei personaggi della transumanza, dai semplici pastori ai butteri, dai massari ai ricchi locati, passando per i «Regj Compassatori», i veri guardiani del tratturo.
Francesco Mendozzi
Bibliografia di riferimento:
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G. Liebetanz, In cammino, passo passo lungo il tratturo Lucera-Castel di Sangro, in E. Petrocelli, La civiltà della transumanza. Storia, cultura e valorizzazione dei tratturi e del mondo pastorale in Abruzzo, Molise, Puglia, Campania e Basilicata, Iannone, Isernia 1998;
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F. Mendozzi, Guida alla letteratura capracottese, vol. II, Youcanprint, Tricase 2017;
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