Questa vicenda, secondo me, parla a tutte/i coloro che amano la natura e un altro mondo possibile e in particolare a chi si occupa di energie sottili e di pratiche esoteriche ma anche ai materialisti scettici. Prima di entrare nel merito, faccio queste premesse: come accennavo, ormai da 4 mesi non mi muovo da Lainate e quasi anche da casa perché Peppina, mia madre, non può stare più da sola. Ebbene questa mia situazione mi ha portato a guardare di più la televisione, in particolare non mi perdo quasi mai la trasmissione "Geo", che non mi stanco mai di elogiare.
Agli inizi di febbraio annunciano che l'11 dello stesso mese ci sarà una puntata di "Porta a porta" (che non vedo mai) dedicata al 150° anniversario dell'apparizione della Madonna a Bernadette, a Lourdes. Incuriosito, la vedo tutta, ricordandomi che nel giugno del 1971, con mia madre, una lontana parente, zia Adele e una loro amica, partecipammo al pellegrinaggio in treno (oltre 600 persone di tutte le età e condizioni di salute e vita) per Lourdes.
In quel periodo stavo uscendo dall'esperienza in un oratorio "alternativo" gestito da un prete, don Sante, che si rifaceva molto all'esperienza di don Milani, però il nostro gruppo ne uscì abbandonando la fede ma non l'amore per il mondo, per dirla con Hannah Arendt.
Ci andai a Lourdes, perché me lo chiese mia madre che già allora soffriva di problemi di artrosi varie e mal di testa. Il clima che trovai era di freddo, pioggia e umidità. Però mi piaceva tanto quell'aria frizzante dei Pirenei. E desiderai fare il bagno nella famosa acqua. Fu forse la mia prima esperienza di idroterapia perché il contatto di pochi secondi con quell'acqua gelida mi risvegliò tutte le cellule ed ebbi la sensazione, lo ricordo come fosse oggi, di un'acqua oleosa e una piacevolissima sensazione di caldo e di benevola leggerezza. E così invitai Peppina a fare il bagno.
Lei non desiderava farlo perchè sua madre, Mammaletta, in passato le aveva consigliato la massima prudenza nel toccare o farsi toccare dall'acqua fredda, secondo lei causa, soprattutto per i grandi bucati al torrente Verrino a Capracotta, paese di montagna del Molise ove vivevano, dei suoi malanni. Ma alla fine decise di provare e il risultato fu che, dopo pochi giorni al ritorno a Lainate, le venne una pericardite in seguito a una pleurite, a detta del suo medico Roberto (non voglio fare il cognome perché ora lo chiamano spesso in TV), causata proprio dall'imperizia dell'immersione e aggiungeva a Peppina: «la Chiesa mostra sempre i casi di chi torna miracolato ma mai dice delle tante persone che si ammalano o aggravano per l'imperizia nel praticare questa forma di idroterapia oppure semplicemente che quella persona non è pronta, o non le fa bene, per l'immersione».
Per farla breve, per 6 anni Peppina ha convissuto con una pancia enorme, sembrava perennemente incinta al dodicesimo mese, con una via crucis di ospedali e cure fino a quando all'ospedale Maggiore le dissero che ormai le rimanevano pochi mesi di vita e l'unica possibilità era fare un intervento al cuore per staccare la pellicola, il pericardio (non vorrei sbagliare i termini), che si era incollata al cuore e non le permetteva una normale contrazione. Aggiungendo che, data l'età e le condizioni generali di salute e lo stadio di interventi così delicati, un'operazione su mille andava bene. L'intervento riuscì tra lo stupore dell'equipe medica. Tre di quei medici, dopo pochi anni, sono morti chi di infarto chi di altri malanni; Peppina, grazie alla sua fibra forte, ha resistito.
E veniamo ad oggi. Dopo qualche giorno dall'aver visto la trasmissione in TV, facendo ordine e pulizia nell'armadio di Peppina, su sua autorizzazione, trovo uno dei suoi libri che gelosamente custodisce dal titolo "Bernadette Soubirous" e, come sottotitolo, "La guerriera disarmata di Anne Bernet" (Società Editrice Internazionale), scritto nel 1994 e uscito in Italia due anni dopo. E così l'ho letto e poi riletto e mi ha illuminato e portato a queste riflessioni. L'autrice è una giornalista cattolica che però racconta bene i particolari della vita di Bernadette. Ne esce quasi una saga e grazie a tutti quei dettagli e alla rilettura dei medesimi con le ricerche della studiosa svizzera Jutta Voss, in particolare con il libro "La luna nera" di Red Edizioni, ho capito tante cose e ne traggo tanti insegnamenti, personali ma anche per tutte/i coloro che amano un mondo di pace e amore in armonia con la natura.
Di solito si evidenzia l'apparizione della Signora Bianca, più spesso chiamata, all'inizio Signorina Bianca perché molto giovane e quindi quella visione è vista come il vero segno straordinario che conferma la santità e la dottrina di fede cattolica, in particolare che la Signora Bianca, alla fine degli incontri si chiamasse, Immacolata Concezione.
Ma faccio un riassunto dei particolari che mi hanno colpito con relative riflessioni. Allora, prima di tutto Bernadette ebbe le famose apparizioni, diciotto in totale, mi pare, all'età di 13-14 anni, e spesso ad altre "pastorelle" accadrà di avere visioni, sempre attorno a quell'età.
Nelle antiche società matriarcali, quella era un'età particolare, di passaggio; cioè era l'età del menarca, l'apparizione (!) del ciclo mestruale, considerato fenomeno straordinario, meraviglioso, metamorfico tanto che la bambina-ragazza ne sarebbe uscita donna. Quella trasformazione era fatta vivere in una capanna, al chiuso e su una pedana, per alcuni giorni in isolamento, non per punizione o disprezzo, bensì perchè a un certo punto la ragazza avrebbe avuto un sogno o visione premonitore-oracolare che avrebbe orientato tutta la comunità, e una campanella o tamburo avrebbero avvisato tutta la comunità del sogno avvenuto che, grazie alla sapienza delle sagge donne anziane, lo avrebbe decifrato o semplicemente tradotto in indicazioni concrete.
Quindi i sogni e le visioni non erano e non sono un qualcosa di straordinario, soprattutto nel mondo delle donne, anzi sono quasi la norma. Senza andare lontano, mia madre mi ha sempre raccontato centinaia e centinaia di episodi, sia accaduti a lei o alle sue conoscenti, di sogni, visioni, segni tranquillamente considerati messaggi da ascoltare, decifrare e seguire e chi non lo faceva, male gliene coglieva... E sempre in quelle società era il colore bianco il simbolo del menarca e/o del primo periodo delle tre età delle donne. E i fiori sono un altro simbolo di quell'età (le rose ai piedi della Madonnina, che fosse anche lei giovanissima?).
Ma dove appare la Madonna? In una zona, fuori Lourdes, chiamata Massabielle, che aveva queste caratteristiche: c'era una grotta, alcuni alberi e cespugli e una sorgente d'acqua che però si era otturata e la Madonne, in una visione a Bernadette, dirà di scavare per riattivarla. Di solito si evidenzia solo questa caratteristica del posto. Comunque notevole perchè sempre in passato le grotte rimandavano simbolicamente alla vulva e al grembo materno, quindi luoghi sacri ove spesso le guaritrici portavano i malati a curare, per esempio a Capracotta, sul Monte San Nicola, c'è una grotta "curativa" poi chiamata Grotta del Diavolo...
Anche la sorgente era - ed è - sacra, l'acqua pura che sgorga dalle viscere della terra è uno dei doni per eccellenza, permette di bere, mangiare, innaffiare, lavarsi, curare, giocare... Ma l'altro aspetto fantastico è che a Massabielle c'era un porcaro, Samson, che portava a pascolare i maiali, proprio davanti alla grotta. Questo aspetto viene taciuto oppure commentato come se la divinità appaia nei luoghi più sporchi... In realtà, sempre secondo la cultura matriarcale, il maiale o meglio le scrofe, le cinghialesse e anche i verri e verrini erano animali sacri che incarnavano tutti gli aspetti del femminile, in particolare i cicli vitali e il ciclo mestruale, nonchè la potenza e generosità femminile. E ogni luogo frequentato dalle scrofe era un luogo magico, positivo, tanto che laddove figliavano spesso costruivano città, vedi per esempio Milano e la "leggenda" della scrofa semilanuta...
Inoltre, Bernadette in quel periodo faceva la pastora delle pecore. Secondo la Chiesa Cattolica, Gesù è simboleggiato come buon Pastore, cioè guida degli uomini. Mi chiedo come mai la Madonna appare, il più delle volte, alle donne pastore, forse a simboleggiare che devono essere le donne a guidare la società, le chiese ecc.?
Ma vado a riflettere sui primi 14 anni di vita di Bernadette. Chi era costei? A quell'età era una ragazza molto problematica-infelice e con problemi di salute. La famiglia Soubirous era caduta in disgrazia, così dice il libro, quasi una fatalità dovuta agli errori del papà di Bernadette, François, mugnaio. In realtà c'era stato un periodo in cui tutto l'albero genealogico materno di Bernadette si era trovato in una situazione inedita, matriarcale, e cioè alla morte del papà della madre di Bernadette, Louise. Era rimasta vedova Claire Casterot, la nonna di Bernadette con tre figlie (non ricordo se anche un figlio maschio, il più piccolo) a mandare avanti il mulino ad acqua. E lo gestivano bene soprattutto grazie all'energia della primogenita, Bernarde, zia di Bernadette, giovane forte e volitiva.
È da tener presente che il mulino ad acqua con le attività legate alla macinazione dei cereali è un altro luogo magico di traformazione, «paiolo delle trasformazioni», dal chicco alla farina grazie alla sinergia dell'acqua trasformata in energia dalle pale. Inoltre luogo conviviale, con i buoni profumi del grano (vera aromaterapia).
Quindi accade che un mulino viene gestito da donne. In una società rurale tendenzialmente molto maschilista, anche se nei Pirenei, come in tutte le zone di montagna, le donne sono forti e al centro della vita. Comunque era rarissimo che un mulino fosse gestito tutto da donne. E da donne complementari: come dicevo la primogenita. Bernarde, era donna energica "maschiaccio" che spesso alzava la voce e le mani, la secondogenita, Louise, madre di Bernadette (il nome glielo darà la zia, come lei) era più dolce-casalinga; la nonna, Claire una via di mezzo.
Secondo molte studiose la complementarietà autentica è tra donne tanto che nelle società matriarcali c'era quello che si chiamava il potere condiviso, e cioè ogni responsabilità sociale o conviviale era gestita da due donne, una più estroversa e l'altra più introversa, dal loro dialogo nasceva la gestione assennata eccellente. I maschi dovevano avere consapevolezza di essere a un livello bio-psichico-energenico diverso, non solo non dovevano ostacolare le relazioni di donne, ma imparare e favorirle, assolutamente non succhiare le loro energie, facendosi accudire, ma anzi contribuire il più possibile. Ebbene per un periodo nel mulino dei Casterot si respirò un'aria e una vita matriarcale, un nuovo inzio, secondo me il vero miracolo, la potenza delle donne in azione. E il mulino andava bene anche economicamente.
Questa situazione andrà in malora grazie a François Soubirous che incarna il patriarcato, lo spirito patriarcale, nella versione buonista, e purtroppo alla incapacità del neo gruppo matriarcale a resistere al modello di amore e famiglia coniugale. François era anche lui un giovane mugnaio che iniziò a frequentare il mulino dei Casterot. Il modello era che si sposasse la prima figlia, in questo caso Bernarde, ma François mise gli occhi su Louise, la madre, Claire non voleva e alla domanda perchè non desiderasse in sposa Bernarde, lui candidamente rispose:
– Bernarde è troppo forte, invece Louise è una dolce donna di casa.
Alla fine Claire diede l'approvazione anche calcolando l'apporto di un uomo mugnaio, forte e lavoratore... E così sposò Louise e andò a vivere con loro. Ma lì accadde quello che spesso accade quando un maschio va a vivere presso la casa della moglie: inconsciamente porta la rovina e con una serie di mosse sbagliate, unite a un eccesso di generosità (spesso non si faceva pagare dai più poveri o da chi non aveva denaro), andarono letteralmente in rovina. Bernadette nacque in questo contesto, si ammalò più volte, sopravvisse al colera, doveva mangiare il pane bianco, un lusso, e andò a balia lontano dalla famiglia che ormai viveva in un luogo malsano...
Adesso chiedo e mi chiedo: qual è il vero miracolo: quello di vedere delle visioni oppure quello di costruire una vita semplice, assennata, in armonia con la natura e riconoscendo la bellezza delle relazioni tra donne. Quel sogno d'amore patriarcale, tanto auspicato e su cui i maschi a forza di insistere cercano di realizzare a tutti i costi, ha un conto salatissimo, e lo vediamo sempre... Il modello della famiglia coniugale con il maschio addirittura capofamiglia è un'ideologia micidiale che depotenzia le donne e porta alla rovina la famiglia stessa e tutta la società... Invece nelle società matriarcali autentiche l'amore era una ciliegina sulla torta della vita conviviale matriarcale e gli innamorati, ciascuna-o viveva presso il proprio albero materno con incontri "omeopatici" garanzia di amore vivo e di non invadere e stravolgere la vita altrui.
Ci sarebbero mille altre osservazioni e riflessioni da fare ma invito tutte/i a rileggere questa vicenda e questo libro, per esempio che dopo che avevano riconosciuto la veridicità delle apparizioni, l'apparato ecclesiastico costringerà Bernadette a farsi suora perchè il mulino (alla fine riuscirono a dare in gestione un altro mulino alla famiglia Soubirous) era un luogo "pericoloso" per le tentazioni e la promiscuità, in sostanza, Bernadette potrebbe insieme alle sorelle, con ormai i genitori anziani, prendere a gestire un mulino ma viene imprigionata nel ruolo di santa, da porre sotto una campana e allontanata dalla madre e da François che tanto amava.
La zia Bernarde invece diventerà ragazza madre e crescerà il figlio con la madre finchè sarà in vita, poi non si sa più niente e l'invito è a far ricerca sulla zia di Bernadette, Bernarde. Grande Bernarde (la piccola e la grande Dan Bernadette, quasi come le due gallerie, mi pare), lei è stata una donna Amazzone che ha resistito all'invadenza patriarcale. A lei non c'era bisogno di visioni, già aveva in chiaro che la sua vita era sua e desiderava gestirla lei. Bernadette per quella serie di situazioni avrà quelle visioni che se fossero state lette in modo corretto-matriarcale ne avrebbe tratto orientamenti liberatori: celebrare il menarca e i cicli vitali, sacralità delle sorgenti e delle grotte, nonchè degli alberi e della raccolta della legna (quando andarono alla grotta alla prima apparizione, ci andarono per andare a raccogliere la legna ed erano tre (il numero sacro delle tre età delle donne). e durante un'apparizione la Signora Bianca dirà a Bernadette di cospargersi il viso della terra-fango rossa su cui erano stati i maiali, il top della fangoterapia, addirittura arriverà a metterla in bocca insieme alle erbe selvatiche.
Un'altra indicazione è che le donne, potrebbero fare tirocinio di governo di sè e del mondo diventando pastore, boscaiole, guaritrici con i poteri delle acque di soregente, la terra, le erbe e la lettura dei sogni e delle visioni. Secondo Vanna De Angelis, per arrivare a riattivare queste capacità, quasi completamente perse, occorre che le donne riprendano tante pratiche considerate infantili, per esempio dormire insiemo, durante le fasi della luna (piena, nera e a falce), possibilmente in un bosco, all'aperto vicino al fuoco...
Ho iniziato a rileggere il libro su Bernadette e vorrei fare delle precisazioni. La prima è quando quasi "addossavo" la responsabilità del matrimonio con Louise a François, il papà di Bernadette. In realtà La nonna di Bernadette, Claire Casterot, quando morì il marito mugnaio, si trovò a gestire il mulino con le figlie, ben quattro e non tre come avevo scritto. Con Bernarde di 20 anni e Louise di 17. Ma potevano gestirlo e lo gestirono bene grazie alla forza di tutto il loro gruppo e in particolare dell'energia di zia Bernarde. Ma Claire incominciò a pensare sia al futuro (anche o soprattutto del mulino) che al "sistemare" le figlie con buoni matrimoni. E quindi Claire mise gli occhi su François che era figlio di mugnai, era un bell'uomo, forte al punto giusto anche se non era un grandissimo lavoratore. François allora aveva 34 anni, era ormai quasi fuori dall'età da matrimonio e viveva con i genitori, mugnai che aiutava. Ecco aiutava perchè credo che il perno fosse il suo papà in termini di gran lavoratore.
Quando inizia a frequentare il mulino dei Casterot, Claire spingerà affinchè sposasse Bernarde ma lui rifiuta perchè donna forte che non aveva timore a comandare con il bastone! Lui continua a frequentare perchè si era invaghito di Louise ma non diceva e faceva nulla. Era una situazione quasi matriarcale cioè da amore itinerante: di giorno aiuta i genitori al mulino e nel tardo pomeriggio va a trovare-frequentare il mulino con Louise. Anche qui a Milano c'era una canzone che parla di un amore itinerante che fa più o meno così: "andava a piedi da Lodi a Milano... a trovare la sua bella Gigogin... Ma Claire insiste, e alla fine a malincuore accetta quel matrimonio e anche Bernarde accetta. Su François faccio queste considerazioni: è lui che andrà a vivere presso la moglie, cosa rara se non rarissima, apparentemente matriarcale perchè la vera e autentica pratica matriarcale sarebbe stata continuare con le visite più o meno frequenti e giammai il vivere tanto o sempre insieme. E infatti la sua presenza innescherà lo sfaldamento-dispersione della forza e unità dialettica delle cinque donne Casterot.
Non solo, mentre quando viveva con i genitori poteva dare il suo contributo lavorativo e dedicarsi ad altro oppure non logorarsi fisicamente né psichicamente, quando si ritroverà a essere capofamiglia e con i figli e il mulino da gestire (e Louise lasciava decidere tutto a lui mentre finchè c'era Bernarde decideva lei discutendo con tutte le altre) occorreva che si trasformasse in accanito e cinico lavoratore, dice proprio così l'autrice del libro, in modo tale che il mulino funzionasse bene e sicuro da un punto di vista economico. Ma in questa situazione, come dicevo prima, lui non è così cinico, furbo, scaltro. Insomma non diventa "imprenditore", rimane quasi ragazzo, d'altronde era arrivato a 34 anni.
I moderni cultori dell'impresa, lo definirebbero un bamboccione. Personalmente lo vedo positivo, quella sua generosità che gli permetteva di aiutare i bisognosi è un tratto che lo fa restare umano ma sono il frutto di quel modello che vuole che se due persone si amano, sia etero che omo, devono vivere insieme, chiamato l'amore coniugale. Un'altra conseguenza è che quando inizia il declino economico sia per la siccità che per scelte sbagliate, arriveranno a bere vino in maniera eccessiva e sia a continuare a sfornare figlie/i anche se alcuni moriranno presto e la madre Louise si logorerà presto sia per le tante gravidanze in pochi anni sia per le preoccupazioni che per la miseria.
E chiaramente accade ciò che spesso accade ai poveri che si amano: fare troppo coito, perché rimane l'unica, o quasi, consolazione... Senza contare l'ignoranza sessuale da parte del maschio, e credo in quella cultura anche della donna, per cui il soddisfare il desiderio sessuale significava vivere il coito. Quindi vedendo l'insieme di questa vicenda: lui fino ai 34 anni rimane più un ragazzo che un uomo, l'amore coniugale lo porterà a caricarsi di responsabilità e lavoro che non saprà o non era in grado di vivere e trascinerà Louise e tutta la famiglia verso la miseria nera. Su queste conseguenze del modello dell'amore coniugale e del modello unico del coito bisognerebbe rifletterci mille volte, soprattutto quando si parla di vita ecologica e armoniosa.
Inoltre c'è la riflettere su Bernadette. Perché lei arriva a vedere la Signora Bianca dopo una serie di avvenimenti, di cui avevo iniziato ad accennare nella prima parte: uno è che andrà a balia da una conoscente dei genitori di cui la figlia, quasi della stessa età (pochi mesi) era improvvisamente morta e quindi Bernadette vivrà quasi due anni nell'altra famiglia. Questa è un'esperienza eccezionale che purtroppo quasi più nessuno fa perchè si preferisce dare il latte di animali o svezzare prima piuttosto che far allattare da un'altra donna. Poi sarà colpita dal colera ma ne uscirà guarita anche se gracile di salute, tanto che non digeriva la polenta ma doveva mangiare il pane bianco, quello che era considerato un lusso da signori (idioti perchè privo di crusca che ha la sua funzione e beneficio). ora spesso nelle vite dei santi accade che malattie o incidenti rendono e soprattutto cambiano il panorama esistenziale degli stessi.
E Bernadette, secondo me è una di queste. Inoltre la miseria e il fatto di vedere il papà che andrà in prigione per aver rubato, anche se forse per sbaglio del legname non suo, contribuiranno ad una certa sensibilità particolare. Inoltre il fatto che prenderà l'asma che l'accompagnerà per tutta la vita e dovrà stare sempre molto attenta perchè facilmente si aggrcerà o ammalerà. In passato ho fatto una ricerca e riflessioni su un altra persona, in questo caso di sesso maschile che era accampagnato dall'asma: Ernesto "Che" Guevara. Ebbene sia gli attacchi di asma (in cui manca il respiro e quasi stai per morire per poi tornare a respirare quasi come fosse un rinascere alla vita) e la condizione di asmatico, incrementano sensibilità e sensitività. Aggiungiamo il fatto di essere stata in quel periodo pastora, e anche su questa condizione va aperta la ricerca: lei bambina nella fase del menarca, pascola e cura le pecore. Mentre di solito i pastori maschi, soprattutto adulti hanno un atteggiamento di potere, e spesso violento, verso le pecore o gli animali, ho notato che le donne spesso parlano, accarezzano gli animali, insomma c'è uno scambio esistenziale, psichico con elevazione reciproca e quindi è un altro motivo di aprire animo e psiche al meraviglioso. Senza contare il fatto di ascoltare belati e vagiti di agnelli, il frequentare fonti e torrenti per il beveraggio delle pecore, l'assistere a parti e a morti degli animali: insomma si ritrova in sintonia con i cicli della natura, la meraviglia della natura. Sommando insieme queste cose e il fatto che andrà presso una grotta, con una sorgente d'acqua latente, su un terreno frequentato da maiali. Il miracolo è quasi spiegato.
L'ultima riflessione che faccio è che la Chiesa patriarcale invoglierà i pellegrinaggi a Lourdes e si guarderà bene dal proporre quelle esperienze che sono alla base della formazione, tutta strana e fuori dai canoni della famiglia tradizionale e del modello perbenista. Ecco perché alla fine mi dico che invece vanno rilanciate tante pratiche considerate selvagge e negative: l'allattamento promiscuo, le bambine che lavorano, o anche lavorano in contatto con gli animali, cioè donne-pastore, e nella natura quasi selvaggia e la vita seminomade-transumante. Mi fermo qua per anchilosi da seduta.
Antonio D'Andrea
Fonte: https://www.vivereconcura.org/.