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Sapete cos'era il Tom Tom?


Pane e cioccolata

Avevo 6 anni quando mio padre si trasferì con tutta la famiglia a Villa Adriana, in provincia di Roma. Era il settembre 1961. Ricordo che il trasloco delle poche masserizie venne effettuato da Antonio "Ciòcce" Di Ianni col suo camion OM Tigrotto.

Dopo giorni difficili per ambientarsi nella nuova destinazione, mia madre ci iscrisse alla scuola elementare, dove mio fratello Michele ed io fummo iscritti alla prima classe.

A casa si parlava solo ed esclusivamente il dialetto, per cui anche il primo approccio coi nuovi compagni non fu facile. Nei pressi dell'edificio scolastico sorgeva un negozio di generi alimentari ed è qui che si consumò l'aneddoto che vado a raccontarvi.

Mia madre aveva dato a me e Michele una fetta di pane e ci aveva consegnato anche 10 £ ciascuno per comprare un Tom Tom ciascuno, raccomandandoci di mangiarlo col pane. Questa sarebbe stata la colazione da consumare durante la ricreazione a scuola. Il Tom Tom era una barretta di cioccolata, molto usata allora a Capracotta (anche se non so perché venisse chiamato così).

Giunti al negozio, mi rivolsi in dialetto capracottese alla padrona e le dissi:

È ditte mamma ca m'éra dà dù Tom Tom, une a me e une a fràteme.

Purtroppo la signora non capì nulla e, nonostante le mie rimostranze, non riusciva a comprendere cosa volessi realmente. Dopo molte spiegazioni e risate di scherno, finalmente capì e ci diede i benedetti Tom Tom.

Uscii dal negozio borbottando e dissi a mio fratello:

Michè, ècche nen g'éma chiù menì, sa pappahàlla de fémmena nen capisce niénde, nen sa manghe che è nu Tom Tom!

E, tutti offesi, ci incamminammo verso scuola...


Nicola Carnevale

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