Nel campo di Capracotta, ai tempi del fatto che vado a raccontare, non c'era un telefono pubblico, i telefonini non erano ancora stati inventati e non si facevano arrivare i giornali. Erano 15 giorni di assoluta segregazione dal mondo. Un buontempone aveva messo due apparecchi telefonici a batteria, che collegavano la dirigenza con la "pretura" (la tenda dei preti), distanti da loro pochi metri. Spesso, la voce che si sentiva nell'apparecchio era quella che proveniva dall'ascolto diretto di chi parlava dall'altra tenda. Don Luciano non era un prete sempliciotto come si potrebbe pensare dai fatti che dirò, però era portato a credere un po' tutto, anche che un asino potesse volare. Non ho mai capito come questa ingenuità si coniugasse con le sue capacità di musico di alto rilievo, bravissimo in matematica e oratore godibilissimo. Sta il fatto che quella sera, mentre eravamo tutti a cena, in mezzo al campo, in una di quelle sere splendide di luglio con le stelle quasi a portata di mano, dalla tenda della pretura, echeggiò un grido:
– Don Luciano, corri, al telefono c'è tua madre. Noi osservatori, per le ragioni anzidette, ascoltavamo agevolmente tutte e due le voci.
– Luciano, ma cosa hai fatto?
– Mamma, perché? – Qui a casa c'è una ragazza che dice di essere stata messa incinta da te e che devi riparare, altrimenti sarà costretta ad abortire. – Mamma – e don Luciano urlava come uno spiritato – tu puoi pensare questo di tuo figlio? Questa ragazza sta mentendo; tu sai che io non giuro mai, ma ora ti giuro sulla testa del povero babbo, te lo giuro su queste mani consacrate: mamma, credimi, dille forte, forte, forte che non è vero. Esistono delle anime buone che, quando vedono che lo scherzo prende una via pericolosa, intervengono. Intervennero e ce ne volle del bello a fargli capire che, in alta montagna, il telefono non c'era e c'era, invece, chi si divertiva alle sue spalle.
– Eppure – concluse don Luciano, – dalla voce era proprio mia madre.
Martino Valerii
Fonte: M. Valerii, Spigolature e racconti di Martino da Spiano. Guardando, giudicando, pensando, ricordando, Ed. Sant'Antonio, Saarbrücken 2018.