Giovedì 18 settembre 2013
Pescopennataro-Capracotta-Pietrabbondante-Agnone-Pescopennataro (km. 73)
Una piccola nota su Pescopennataro, delizioso paesino a strapiombo su una rupe, è passato da 1.571 abitanti del 1911 agli attuali 315!
Fortunatamente non piove, fa freddo ma qualche sprazzo di sereno si intravede e a tratti durante il giorno godremo anche di un po' di sole. Questa si rileverà a sorpresa (Enzo ancora non ci crede) la più impegnativa sia per la temperatura, ma soprattutto per le salite. Lasciamo dunque l'area di sosta in direzione Capracotta.
La strada inizia a salire subito con discreta pendenza che via via aumenta. In effetti ci riuniremo in località Prato Gentile a quota 1.600 m. È una bellissima località che ospita un bell'impianto per sci da fondo: il prossimo marzo si svolgeranno qui le finali di Coppa Europa. Saliamo adesso con pendenza dolce e dopo aver scollinato ci appare in basso a 1.400 m. Capracotta. Anche questo comune ha subìto un notevole calo della popolazione passata da 4.706 abitanti del 1921 agli attuali 959. Dopo Rocca di Cambio, visitato l'anno scorso, è il comune più alto dell'Appennino. Capracotta è anche il comune di nascita della nostra compaesana Antonia.
Superata Capracotta un falsopiano ci conduce all'inizio di una bella discesa che ci farà perdere un bel po' di quota che dovremo poi recuperare. Durante la discesa mentre attraversiamo un parco eolico siamo avvolti anche dalla nebbia e dal freddo. Ci fermiamo un attimo per una foto alle pale che sono veramente enormi.
Finita la discesa riprendiamo a salire leggermente in direzione Pietrabbondante. Attraversiamo il centro storico sino alla chiesa parrocchiale che domina tutto l'abitato. A piedi saliamo sulla rupe che sovrasta la chiesa e da dove si gode uno splendido panorama su tutta la vallata. Dopo la foto di gruppo, mentre ci accingiamo a lasciare il paese, Leo viene informato da due "locali" che a un paio di km. c'è un'area archeologica con i più importanti monumenti del modo sannitico. Vinte alcune resistenze, raggiungiamo l'area e iniziamo la visita. L'area è molto ampia, principalmente vediamo i resti di due templi risalenti al II secolo a.C. L'area del tempio B mostra davanti un po' più in basso un ancora ben conservato teatro a forma di emiciclo con le sedute fornite anche di schienale.
Si è fatto un po' tardi, così riprendiamo le bici e ci dirigiamo verso Agnone, antico centro sannita ed il più grande di tutta la zona. Non senza fatica dopo una ripida salita la raggiungiamo e ci fermiamo per il pranzo. Come sempre la sosta permette di ricaricare le batterie e spegnere alcune lamentele sulla durezza della tappa che però non è ancora finita!
Dagli 800 m. di Agnone dobbiamo risalire ai 1.200 di Pescopennataro. Stringendo i denti, un pezzo della salita è veramente molto impegnativa, raggiungiamo Pescopennataro non senza aver dovuto prima rincorrere Enzo che non pago della fatica pensa bene di sbagliare strada per il parco attrezzato. Fortunatamente io e Memo, rimasti attardati per acquisti in farmacia, lo intravediamo e a furia di fischi riusciamo ad avvertirlo di invertire la marcia.
Carichiamo le bici e ci avviamo verso l'ultima sede di tappa: Castel San Vincenzo. Il campeggio è situato in riva ad un lago artificiale e pur essendo annuale sarebbe chiuso per lavori in corso. Il proprietario gentilissimo comunque ci ospita e ci mette tutto a disposizione. Il posto è molto carino.
Alfonso
Fonte: Settimana ciclistica, in «Voci dal Paese», XVIII:1, Onore 2014.