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Sogno di una notte di mezza estate


La Fonte del Sambuco (foto: A. Mendozzi).

Sono in piazza, ho appena comprato il quotidiano e mentre sbircio i titoli principali vengo affiancato da un'auto con il finestrino lato conducente abbassato.

– Buongiorno... sto cercando Mario Di Tella; è lei per caso?

– Sì... sono io... cosa desidera?

– Ho avuto modo di constatare che i ripristinatori dei sentieri capracottesi hanno svolto un ottimo lavoro e desidero che lei mi faccia una cortesia.

– Di che tipo?

– Dovrebbe effettuare un test di guida per la mia Genny, lungo il sentiero delle sorgenti perenni.

– Perché non provvede lei ad accompagnarla?

– Desidero che questo test venga effettuato da un estraneo in quanto le considerazioni finali del test saranno esplicite e senza condizionamenti.

– Mi sembra un'idea balzana... ma le posso dire che io di regola non accompagno mai gli escursionisti per evitare implicazioni penali per gli eventuali incidenti fortuiti che si possono verificare.

– Non si preoccupi... se lei acconsente, domani mattina alla vista di Genny tutte le sue perplessività spariranno.

– Facciamo così, domani mattina alle ore 9 io mi troverò all'inizio del sentiero, mi avvierò per conto mio. Se qualcuno si accoderà liberamente, non mi recherà nessun disturbo. Va bene?

– Questa rappresenta esclusivamente una risposta diplomatica alla mia richiesta.

– Poi non so se alla sua Genny le farà piacere la mia compagnia... io sono poco loquace, anzi parlo pochissimo durante le escursioni.

– Non si preoccupi, durante il test non è necessario che parli sempre, il test consiste che Genny la segua a distanza di circa 3 metri durante la passeggiata. Dalla descrizione del sentiero, Genny non le recherà nessun disturbo durante la passeggiata.

– Allora?

– Va bene... a domani.

Al mattino preparo lo zainetto con tutti gli accessori elettronici e non del caso: telefonino, occhiali, dissuasore sonoro per eventuali imprevisti, sistema GPS e mi avvio in macchina per raggiungere la postazione d'inizio sentiero.

Dopo circa 3,5 km., in lontananza, noto sul lato opposto dell'imbocco del sentiero la presenza di un'auto con l'anteriore rivolto verso Capracotta e con il conducente seduto al posto di guida.

Faccio manovra con l'auto sull'invito del sentiero e posiziono la medesima davanti a quella presente, per prepararla per il ritorno.

Scendo e mi avvicino all'auto posteggiata dietro la mia.

– Buongiorno... non scende?

– No... ho una certa fretta... Genny l'aspetta dietro il portabagaglio.

Mi avvicino con una certa titubanza e noto che l'autista mi osserva dallo specchietto retrovisore.

Rimango sbigottito, con un colore rosso vivo, con delle curve stupende senza grinze, è pronta con le calzature adatte con gomma scolpite, per il trekking.

Comprendo all'istante chi è Genny ed il conducente.

Mi avvicino... e sorridendo dico:

– Mi ha fatto... una bella sorpresa.

– Non avevo dubbi che avrebbe capito subito...

– Le lascio una "scatoletta" con ricetrasmittente GPS e riconoscitore vocale che dovrebbe indossare intorno al girovita, così Genny potrà seguirla liberamente. Le voglio dire che lei comprende solo le parole "Andiamo" e "Fermati "... anche se deve espletare qualche incombenza fisiologica.

– C'è qualcos'altro che io non so?

– Sì... Genny è munita oltre di un sistema di controllo satellitare anche di una cam recorder per video e suono; durante la passeggiata esprima pure liberamente le sue opinioni.

– Adesso lei dove va? Per la passeggiata andata e ritorno occorrono circa 3 ore.

– Vado su... mentre faccio colazione sulla "terrazza panoramica delle tre valli" dell'Hotel Montecampo io la seguirò sul mio TAB; al ritorno quando sarà in prossimità della Fonte Sambuco mi avvierò per riportare a casa Genny.

– Allora... fra circa tre ore ci vediamo qui allo stesso posto.

Nella mia mente risuona il termine saronnese «sperem in ben!».

Il conducente mette in moto la sua macchina e va via.

Guardo con ammirazione Genny e poi girandomi con il viso verso il sentiero esclamo:

– Andiamo... – gesticolando con la mano destra a mo' di invito.

Inizio la passeggiata lungo il confine del prato, il profumo inebriante dell'erba appena tagliata inondano le mie narici e Genny inizia a seguirmi docilmente.

Qualcuno ha detto che il profumo dell'erba appena tagliata calma l'aggressività, riduce lo stress ed è salutare per la mente.

Per Genny credo che non sia necessario.

I segnavia rossi e bianchi sono ben evidenti sui tronchi degli alberi, acquisisco sicurezza e continuo la passeggiata.


La Fonte Nascosta (foto: A. Mendozzi).

Dopo circa 300 metri sul bordo, di destra, del sentiero sono presenti degli arbusti di alberi di tasso.

Accarezzo per istinto le estremità di un ramo e noto che non pungono e le dita scivolano facilmente al tatto.

Mi volto e noto che Genny mi segue distanziata di circa 3 metri.

Rivolgendomi a lei, pensando che mi ascolti, le faccio notare che le bacche rosse dell'albero del tasso sono molto velenose per gli esseri viventi.

Solo gli uccelli favoriscono la diffusione della pianta: mangiano le bacche, mentre i semi veri e propri riescono ad attraversare intatti il processo digestivo ed, espulsi, si insediano nel terreno dando origine ad una nuova pianta.

Le bacche se vengono assaporate hanno un effetto letale immediato agendo sul sistema nervoso e provocando mancanza di respiro, vertigini e rallentamento del battito cardiaco.

I tronchetti, giovani, opportunamente sagomati con una scanalatura a V vengono utilizzati come conduttura di adduzione delle acque sorgive delle fonti.

Mentre proseguo sento un sììì molto prolungato.

Un viale di foglie verdi variopinte ed il cinguettio di uccelli ci invitano a proseguire lungo il sentiero naturalistico.

Giungiamo alla Fonte Sambuco, lo scrosciare dell'acqua sorgiva mi fa comprendere che pur essendo in estate avanzata la sorgente svolge sempre egregiamente il suo ruolo: quella di dissetare i viandanti.

Con una mano accarezzo, superficialmente, il flusso dell'acqua gelida, sulla parte superiore a mo' di ringraziamento.

Svoltiamo a sinistra e proseguiamo lungo la leggera pendenza.

Genny mette in evidenza la sua capacità di rimanere, sempre perfettamente, in equilibrio anche in queste condizioni.

Un sentiero pianeggiante ci conduce, sempre rispettando la segnaletica segnavia dei tronchi degli alberi, al pianoro che funge da bivio per la Fonte Nascosta o Vallone delle Incotte.

Decido di optare per una visita di cortesia alla Fonte Nascosta.

I miei amici ripristinatori dei sentieri hanno realizzato, con una leggera pendenza, un sentiero facilmente percorribile anche per le famigliole con al seguito bambini in tenera età in grado di camminare autonomamente.

Giunto sulla sommità della collinetta, ci appare la bellissima conca che ci invita a sostare in prossimità della fonte tra i massi ricoperti di soffice muschio di verde argentato.

Dal tronchetto sagomato, posto al di sotto della pietra descrittiva, l'acqua sorgiva e cristallina sgorga abbondantemente.

Rivolgendomi a Genny, anche se sicuramente non mi ascolta, le faccio presente che la capacità operativa dei ripristinatori ha reso possibile questa bontà ed elenco: la composizione degli stessi, lo stato iniziale e le modalità operative per il suo ripristino ottimale.

Esattamente un anno fa hanno provveduto alla sua ottima funzionalità dimostrando competenza e capacità manuale.

Dopo una breve sosta, riprendiamo il nostro cammino.

Ritorniamo verso il pianoro, e ci incamminiamo verso destra e dopo 5 minuti raggiungiamo il Vallone delle Incotte.

Superato senza intoppi il Vallone delle Incotte, proseguiamo lungo il sentiero.

Ci accompagna una leggera brezza che fa ondeggiare le foglie dei faggi che cambiano colore e sembra che le chiome vengano pettinate.

Seguiamo il sentiero, sempre tra due ali di faggi sempre verdi.


Il rifugio di Nunnarosa (foto: A. Mendozzi).

Lungo il percorso sono presenti le indicazioni per i rifugi Delle Donne e Sozio, fino a giungere al bivio che ci conduce al rifugio di Nunnarosa.

Dal suddetto bivio è possibile seguire, in salita... sconsigliabile, il sentiero che ci porterebbe a Prato Gentile.

Proseguiamo a sinistra per un tratto quasi pianeggiante circa 300 metri e poi leggermente verso il basso per un centinaio di metri raggiungiamo il rifugio di Nunnarosa.

Genny non dimostra nessun affaticamento, mi segue sempre docilmente rispettando le dovute distanze.

Un viale di piante di felci verdeggianti ci guidano fino al rifugio.

So che parlo a me stesso, le faccio presente che il tratto di sentiero "Bivio pagliaio Nunnarosa" è stato reso facilmente percorribile con i lavori di "adeguamento" eseguiti da Michele Monaco, Pasqualino Di Vito, Dario e Paride De Renzis, Fabio Santilli ed Erberto Paglione.

Il rifugio, nella Seconda guerra mondiale, costituì una dimora provvisoria per alcuni soldati angloamericani.

L'assistenza data loro dalla famiglia Fiadino causò il triste evento della fucilazione dei fratelli Gasperino e Rodolfo.

Quando la cupidigia del possesso e/o dello sfruttamento è affiancata da armi di distruzione sulla terra ci saranno sempre lutti e rancori che si perpetuano nel tempo da entrambe le parti in causa.

Un po' di tristezza e commozione accompagnano un "segno di croce" alla memoria dei nostri concittadini.

Dopo aver sostato e rimirato le mura ripercorriamo a ritroso il tratto di sentiero fino al bivio.

La via del ritorno è allietata dalla presenza di lilium, oramai sono delle rarità, a sfumature variopinte.

Genny, durante la salita, con la discrezionalità che la contraddistingue, mi segue e non evidenzia nessuna incertezza dovute alle diverse pendenze del percorso.

Ripercorriamo a ritroso il sentiero ma senza sostare presso la Fonte Nascosta.

Le pennellate di raggi di sole mettono in evidenza, nei coni d'ombra del sentiero, le varie sfumature di verde argentato delle foglie dei faggi; sembrano tanti coriandoloni che fluttuano nell'aria ad ogni sospiro di brezza.

In prossimità dell'inizio del sentiero noto la presenza dell'auto ed il conducente, seduto al posto di guida con il finestrino aperto dal suo lato, sosta all'ombra di un albero di pere selvatiche.

Io e Genny ci avviciniamo alla macchina,dal lato posteriore.

Mi avvicino in prossimità del finestrino per scambiare opinioni e due chiacchiere e riconsegnare il sistema elettronico applicato al mio girovita.

Un leggero e ripetuto formicolio sul naso e sulla fronte mi fa leggermente stropicciare varie volte gli occhi che si spalancano al massimo involontariamente.

La zampina della mia gatta Mila mi invita ad alzarmi perché ha fame e sete.

Tutta l'atmosfera della passeggiata svanisce in un attimo e mi alzo sorridente e penso «che strano sogno!».

Sono le 7 del mattino e un barlume di solerzia mi invita a sbrigarmi perché io e i miei amici ripristinatori dobbiamo verificare la funzionalità di una fonte.

Non mi ricordo di quale fonte si tratti.

Ma Genny... chi è questa sconosciuta?

Quando la domanda me la farai personalmente te ne parlo e te la presento...


Mario Di Tella

 
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