Al Signor D. Francesco Cantelmo, Duca di Capracotta.
D'un Baratro letal dentro a gli abissi,
ove con fauci immonde il Tempo ognhora
pestilenti cadaveri dimora,
Francesco, a pena i mesti lumi affissi;
che dal timor mal consigliato dissi,
sospendi o Ciel, del mio passaggio l'hora,
dover non è, che'n breve spatio io mora,
se lunga serie d'anni al Mondo vissi.
Secchi lauri, armi rose, ostri languenti
giaceano a terra, e de' lor pregi intanto,
favellavan colà marmi eloquenti.
E quivi, in contemplar di Morte il vanto,
poco mancò, che tra sospiri ardenti,
naufrago io non restassi in mar di pianto.
Giovan Battista Teodoro
Fonte: G. B. Teodoro, Poesie, Passaro, Napoli 1679.